da "La
Nazione" - http://lanazione.quotidiano.net/ - 7/11/2001
Pisa - Una strada per
Beppe
Giuseppe Meucci
Pisa - Una strada per Beppe Niccolai. E perchè no. Morì dodici anni fa, proprio
in questi giorni, ed a rimpiangerlo non furono soltanto i suoi amici di partito.
Anche gli avversari, e ne aveva di fierissimi, dovettero riconoscere il
disinteresse e il valore etico che avevano sempre ispirato le sue battaglie per
Pisa. Anche quelle sbagliate, perchè senz'altro ce ne furono; ma oggi bisogna
onestamente ammettere che molte delle cose che Niccolai diceva venti o quindici
anni fa hanno ricevuto puntuale conferma nei fatti. Un aneddoto può contribuire
a ricordare quegli anni, quel clima politico e lo spessore umano di certi
personaggi. Quasi fossero veramente l'un contro l'altra armati, l'allora
assessore e poi sindaco socialista Fausta Giani Cecchini fu protagonista con
Niccolai di durissimi scontri in consiglio comunale, ma il giorno della sua
morte andò a rendere omaggio alla salma e al funerale, insieme al segretario del
MSI Gianfranco Fini, parteciparono molti protagonisti della vita pubblica pisana
contro i quali l'esponente missino aveva armato mille polemiche. Del resto la
sua intransigenza non si esercitava soltanto nei confronti degli avversari
politici. Uomo d'opposizione sempre e comunque, lo fu anche all'interno del suo
partito -il Movimento Sociale Italiano- che aveva contribuito a fondare
nell'immediato dopoguerra appena rientrato da una lunga e dura prigionia negli
Stati Uniti. Quando però vide che anche lì le cose non andavano nel verso giusto
dette battaglia e questo gli costò addirittura una espulsione dal partito,
sostanzialmente dominato da una diarchia formata da Giorgio Almirante e da
Gianfranco Fini.
Una strada per Beppe Niccolai, dunque. Per ricordarlo e anche per testimoniare
che la città gli è comunque grata. Per il contributo dato al dibattito politico
e alla ricostruzione di Pisa durante i lunghi anni trascorsi in consiglio
comunale e, poi, in Parlamento per due legislature, Molte cose, qui a Pisa,
sarebbero andate di traverso se in consiglio comunale non ci fosse stato lui a
opporsi con una forza e una determinazione che a volta sembravano anche
eccessive. Quando poi non gli riusciva fermare il corso delle cose, "sparava"
dei giudizi e delle previsioni che, rivisitati oggi, appaiono di sorprendente
lungimiranza. Una delle prime vicende che vengono in mente è la battaglia
condotta negli anni Settanta contro l'unificazione delle aziende di trasporto di
Pisa e di Livorno. La volevano con forza i comunisti e alla fine la fecero, pur
in mezzo a non poche polemiche. Niccolai però non ebbe dubbi: «State mettendo su
un carrozzone che non riuscirete a gestire. Prima o poi dovrete ammettere il
fallimento e tornare indietro». Seguirono anni in cui l'azienda di trasporti
pisana e livornese, frutto di una fusione imposta dall'alto, tentò invano di
funzionare, mantenuta in vita artificialmente e fin quasi alle estreme
conseguenze di un crollo. Ma oggi le aziende di trasporto di Pisa e di Livorno
sono di nuovo separate, perchè il "carrozzone" preconizzato da Niccolai è
risultato davvero ingestibile e inadatto a garantire un servizio pubblico
efficiente.
La proposta di una strada intitolata a Beppe Niccolai circola già da tempo in
vari ambienti cittadini, non necessariamente a quelli collegabili al suo partito
di appartenenza oggi, per altro, scisso in due tronconi. Ma è in occasione
dell'anniversario della morte che la proposta dovrebbe essere ripresa e
concretizzata con l'apertura della necessaria pratica presso la commissione
toponomastica provinciale. Magari per iniziativa non soltanto di un partito o di
una parte, ma di uno schieramento ampio e non esclusivamente riconducibile alla
politica.
Giuseppe Meucci
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