PRESIDENTE - L'onorevole Niccolai Giuseppe ha facoltà di dichiarare se sia
sodisfatto.
NICCOLAI GIUSEPPE - Onorevole
ministro, nella interrogazione presentata io le chiedevo, in ordine all'episodio
di cui si discute, di conoscere lo stato di salute della Repubblica italiana, se
perfino dei documenti, o meglio -come scrive "Paese Sera"- dei proclami,
potevano mettere in pericolo la sua stabilità. Ella ora ci dice che la
Repubblica italiana gode perfetta salute, smontando così tutta la montatura (ed
è una montatura!).
Onorevole ministro, come ella saprà, ci furono mesi fa a Palermo degli attentati
a degli uffici pubblici per cui si parlò di azioni di marca fascista. Ella sa
che ci sono state delle indagini, si sono requisiti molto più di 13 chili di
tritolo: chi aveva quel tritolo erano dei grandi elettori democristiani. Ma la
Presidenza della Camera non ha radunato il Parlamento perché si attentava alla
vita della Repubblica. No, erano grandi elettori democristiani. Non se ne sa
nulla, onorevole ministro. Come mai?
RESTIVO, Ministro dell'interno - Devo dirle che l'autorità di polizia ha fatto
le sue indagini e ha presentato le sue denunce alla autorità giudiziaria.
ROMEO - Però a noi non ce lo dite!
NICCOLAI GIUSEPPE - Io parlavo
della coscienza democratica che non è stata scossa dai molti chili di tritolo
che sono stati trovati nelle case dei grandi elettori della democrazia cristiana
a Palermo.
Onorevole ministro, che cosa c'è sotto tutto questo? Se montatura c'è stata da
parte di "Paese Sera", non nuovo a queste imprese, una più sottile e più
perversa montatura c'è da parte di altri ambienti e da parte sua, onorevole
ministro, che pur avendo le notizie che ci ha fornito, ridicole nella loro
sostanza, si è prestato alla manovra comunista dando forza a quel terrorismo
delle parole che è in atto nel nostro paese e che sta facendo più male della
stessa violenza fisica. Si è prestato, venendo qui, ubbidendo alla frusta
comunista, a dare corpo a fatti ridicoli.
(Interruzione del deputato Pellegrino).
NICCOLAI GIUSEPPE - Ella ricorda
certamente quando il sottoscritto, accompagnato dall'onorevole De Marzio, venne
nel suo ufficio, presente il capo della polizia Vicari, a prospettarle una certa
vicenda, vicenda costellata e ricca di episodi in cui il suo stesso Ministero
poteva -e può- non uscirci bene. Voglio sperare, affidandomi alla sua onestà
politica ed intellettuale, che si ricordi di questo episodio. Può darsi che
venga il giorno in cui si preciseranno i contorni e così faremo luce su tutta la
linea, onorevole ministro.
E allora, a che cosa si riduce questa sua sortita? A che cosa si riduce la
manovra di "Paese Sera"? Contro chi è diretta? Ai settori della destra? Ma non
credo! È diretta a colpire alcuni settori della democrazia cristiana che proprio
in queste ore stanno conducendo una certa battaglia all'interno del proprio
schieramento; è diretta, la sua manovra, a fornire alla sinistra democristiana
gli argomenti adatti alla bisogna per facilitare la manovra comunista.
BIANCO - Questa è una vostra interpretazione.
DE MARZIO - L'avete già capito!
PRESIDENTE - Onorevole De Marzio, speravo che, parlando un vostro
rappresentante, voi assisteste in silenzio.
DE MARZIO
- C'è stata una interruzione di un deputato democristiano: io mi sono permesso
di rispondere a questa interruzione. Ammiro l'intelligenza e la perspicacia di
questo deputato.
PRESIDENTE - Ella, onorevole De Marzio, è presidente del gruppo cui appartiene
l'oratore che sta parlando: ritengo che ella abbia fiducia nella capacità di
questo suo collega di rispondere alle eventuali interruzioni.
NICCOLAI GIUSEPPE - Signor
ministro, io sono certo che se la riunione della democrazia cristiana fosse
stata rinviata, il "Paese Sera" non avrebbe oggi pubblicato assolutamente nulla.
Questo è il senso primo della manovra, ed ella signor ministro presta a questa
manovra tutto il suo appoggio. È melanconico, è triste che accada tutto questo.
Come per Catanzaro, non è il paese che vi preme di salvare, bensì sua maestà la
poltrona; è avvilente, signor ministro, assistere a questi episodi. Si tratta di
un episodio squallido, così com'è squallido il tentativo delle sinistre che, non
avendo più nulla da dire, danno corpo a dei fantasmi.
(Interruzione del deputato Pellegrino)
NICCOLAI GIUSEPPE - Lasciatelo
dire, avrà la sodisfazione, una volta tanto, di apparire sul verbale
dell'Assemblea.
(Proteste del deputato Pellegrino)
PRESIDENTE - Onorevole Pellegrino!
NICCOLAI GIUSEPPE - Fantasmi,
signor ministro, che l'onorevole Ingrao, ex-poeta del tempo di Mussolini, si è
ben guardato dal fugare, ma che si è invece premurato di tenere in piedi,
rivolgendosi a lei, che pochi giorni fa voleva far dimettere dal Governo, con
parole di comprensione e di apprezzamento. Com'è buffa la vita: nello spazio di
poche ore l'apprezzamento le è venuto da quello stesso partito comunista che ha
chiesto alle masse la sua testa, signor ministro.
Si dice che siano stati trovati dei proclami che mettevano in pericolo la
Repubblica: tutto questo è ridicolo. Ella, onorevole ministro, ha avuto l'elogio
dell'onorevole Ingrao e del partito comunista, perché si è prestato a colpire il
pur timido tentativo di risveglio anticomunista che si è determinato nella
democrazia cristiana. Ha colpito giusto ed al momento giusto. Può avere quindi
l'apprezzamento del partito comunista, ma non il nostro.
L'onorevole Bertoldi non si illuda di coprire con le sciocche provocazioni
verbali le ruberie reali dei socialisti. L'opinione pubblica ha capito dove
stanno il malcostume, l'affarismo, il clientelismo e la corruzione. Non ci sarà
provocazione parolaia che potrà eliminarli e farli dimenticare; non siamo noi,
siete voi, cari socialisti, che infangate i princìpi per i quali dite di avere
combattuto. Tutto quello che qui toccate, signori socialisti, va in malora: è
questa la crisi che vi attanaglia, e non vi salveranno certamente i fantasmi che
tentate di evocare. Voi invocate leggi eccezionali per mettere in galera dei
cittadini, ma per voi esiste già la legge comune che vi mette in galera
(Applausi a destra). Questa è la differenza tra noi e voi, ed è una differenza
alla quale noi teniamo.
(Applausi a destra).