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"Secolo d'Italia", 2 dicembre 1984

 

XIV Congresso Nazionale MSI-DN
Intervento di Beppe Niccolai

 

 

Niccolai svolgendo il proprio intervento si è richiamato alle radici culturali della Destra sottolineando la loro importanza ai fini di una incisiva azione politica. L'alternativa deve essere nutrita da un disegno culturale che miri a confrontarsi con il mondo esterno, con altre esperienze intellettuali per riconoscerci e capirci meglio. Questo non vuol dire perdere la nostra identità che anzi va difesa e rafforzata.
Niccolai si è chiesto, ed ha chiesto ai congressisti, se viene prima lo Stato e dopo la Nazione, introducendo un elemento di dibattito al fine di una riflessione sui valori nazionali la cui negazione ha favorito l'insorgenza del terrorismo, della nevrotizzazione degli antagonismi, addirittura, le «vacanze dalla storia». Secondo il relatore è stata la DC a produrre lo sradicamento dei valori nazionali e l'ideologia occidentalista ha contribuito in maniera determinante a far perdere l'identità nazionale.
L'Italia, ha detto Niccolai, è un territorio occupato dai missili americani: dietro quei missili c'è la perdita della dimensione del popolo e delle sue radici storiche, civili e culturali. Bisogna riflettere su questa alienazione del sentimento nazionale e riappropriarci delle «chiavi di casa» se vogliamo avere un peso determinante nel contesto dell'Alleanza.
Anche per questa via, secondo Niccolai, si custodisce la memoria storica.
Soffermandosi sul dibattito intellettuale in corso nel nostro Paese, Niccolai ha detto che vi sono intelligenze tormentate alla ricerca di una strada. Oggi i confini politici passano attraverso tutti i partili: è necessario, dunque, abbattere gli steccati ed aprire il dialogo con tutte le forze che propongono un rinnovamento civile e culturale. A questo fine bisogna capire che non è possibile fare politica senza affrontare i temi nuovi che emergono, come l'informatica, la telematica, le nuove scienze. Siamo di fronte ad una grande «rivisitazione» di temi e di problematiche fino a ieri ritenute appannaggio esclusivo della Destra sulle quali ora si confrontano intellettuali di tutte le aree politiche e culturali. Non possiamo ignorare tutto ciò se vogliamo dare alla Destra un grande spazio e concepire per essa una «grande politica».
A questo punto Niccolai ha prospettato tre scenari possibili: il progetto con la barbarie, che è proprio dei regimi totalitari dell'Est europeo; la barbarie senza progetto, tipico dell'ideologia occidentalista ed americanista; il progetto senza barbarie, cioè la terza via, il possibile progetto della Destra di alternativa.
È con questo progetto che occorre confrontarci, ha detto Niccolai, rimettendo in moto le idee, alimentando il dibattito, preferendo ai «tranquillanti-nostalgici» la lotta nel presente, il confronto con tematiche culturali e politiche. Il fine è quello di edificare un Partito-educatore costruttore di coscienze.
L'unità, quindi, per Niccolai, va tenuta insieme dalle idee: il fine è quello di costruire una grande politica al servizio dell'Italia.

Inviato da Andrea Biscàro - http://www.ricercando.info