il  PARTITO

"Secolo d'Italia", 21 febbraio 1982

 

XIII Congresso Nazionale MSI-DN
Intervento di Beppe Niccolai

 

 

Le due mozioni delle minoranze, quella di «Spazio Nuovo» e quella di «Destra 80», sembrano guidate da un sociologismo esasperato la prima e da un umanismo individualistico venato da destra all'inglese la seconda, ma ambedue non individuano il «male oscuro» che ci circonda, cioè che la crisi che ci attanaglia è di ordine religioso. E con crisi religiosa non va inteso il Dio trascendente, ma soprattutto la religiosità dei nostri rapporti politici, dei rapporti interpersonali che nei nostri recenti congressi si è sostanziata in una vistosa divaricazione fra giovani e anziani circa la concezione della vita e del mondo.
La risposta che si dà nelle tesi di minoranza è che bisogna essere moderni, che bisogna cadenzare il passo con i tempi.
Non una parola sulla sinistra che intellettualmente è alle corde, che per questo s'interroga per recuperare i valori della Destra: quel senso superiore, sacrale della vita e dei destini umani e nazionali.
Bisogna affrontare l'argomento che aleggia su questo congresso, quello del «diavolo» senza confondere l'opposizione con la chiusura ad ogni forma di dialogo. Bisogna farlo per individuare le vie di uscita alla lunga crisi politica che caratterizza il caso Italia e per non far mancare la voce dell'opposizione nazional-popolare. Il messaggio va diretto al popolo italiano, tuttavia non si possono escludere i suoi fedeli intermediari della classe politica e sindacale che sono in crisi e per questo bisogna affrontarli ora. Estraniarsi completamente da questo travaglio sarebbe un errore.
La stessa riscoperta di Mussolini sta contribuendo a creare un clima più disteso di revisione di cui si deve tener conto. Sorge però un altro tipo di problema: la qualità e la mole degli studi sul fascismo richiede un impegno di approfondimento rispetto al quale la cultura del MSI-DN rischia di trovarsi impreparata.
Sul terrorismo bisogna guardare con realismo a quello che sia avvenendo. Si dice che siamo alla Caporetto del terrorismo; però esso, incapace di entrare nelle contraddizioni del sistema, ha rafforzato il sistema ed il partito comunista. Ora il terrorismo pare alle corde ma non si scambi la vittoria dei carabinieri per un plebiscito a favore della partitocrazia. C'è un altro tipo di terrorismo che bisogna affrontare: quello delle divisioni in seno ai servizi di informazione tra l'ala filo-palestinese e l'ala filo-israeliana che si contrappone con affari e barili di petrolio in cambio di armi e con sabotaggi. I vertici dl questo Stato hanno reso l'Italia zona franca per il terrorismo internazionale.
La DC soprattutto deve essere inchiodata alla sua responsabilità di aver spogliato il Paese, di averlo reso la terra del nulla e del nichilismo. Ha tolto la memoria storica della Nazione ed ha coinvolto in questo atto di spoliazione la scuola che è stata la prima fucina del terrorismo.
Per costituire un'alternativa bisogna essenzialmente costituirsi come alternativa a tutto il sistema DC.
In questi giorni dalla Milano che fu culla del fascismo da parte del sindaco craxiano ci è venuta una sfida su quel terreno culturale dove ritiene di coglierci impreparati, cioè incapaci di essere protagonisti dell'incontro-scontro culturale che caratterizzerà gli anni '80 fino al duemila. Lo ha fatto con la mostra «Anni Trenta» che costituisce il recupero della un memoria storica e del suo organico prolungamento del presente.
Siamo entrati oggi in una straordinaria fase di ritessitura dell'unità nazionale, dalle imprevedibili conseguenze storiche, politiche, morali. Dalle antitesi esasperate e dalle demonizzazioni ecco che rispuntano le costanti storico-culturali dell'Italia di sempre. Questa è la sfida che ci attende? Il nostalgismo è finito, il manicheismo di senso contrario anche. Cresce nella società l'ansia di conoscere, di sapere la vita che abbiamo vissuto nelle luci come nelle ombre, perché ormai tutti siamo convinti dell'utilità di capirne tutti i sensi. C'è prima di capire, nel bene e nel male, Benito Mussolini. Altrimenti tutto ristagna. L'ha capito l'antifascismo. Novità straordinarie stanno accadendo intorno a noi, le dobbiamo vivere da protagonisti.

Inviato da Andrea Biscàro - http://www.ricercando.info