"Secolo d'Italia", 2 febbraio 1974
I misteri dell'Antimafia -
Chi ride e chi delira
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Niccolai conferma e documenta la sua denuncia
La grave denuncia dell'on. Niccolai a proposito di inquietanti interrogativi
sulla condotta della Commissione Antimafia -della quale il parlamentare del
MSI-DN fa parte- ha provocato generiche reazioni da patte di alcuni fra i
chiamati in causa. Negli ambienti della segreteria del PRI le affermazioni di
Niccolai che riguardano l'ex Ministro della Giustizia Reale sono state definite
«semplicemente risibili». Il Sottosegretario Pellicani ha parlato di «gesto
delirante» mentre l'on. Dell'Andro è sembrato cadere dalle nuvole.
A tutti ha replicato l'on. Niccolai con una nuova e più circostanziata
dichiarazione:
«La segreteria del PRI ride, l'on. Pellicani afferma che deliro, l'on.
Dell'Andro è sdegnato. Non vi posso far nulla. Confermo, punto per punto, quello
che ho dichiarato. C'è di più. Mi trovo costretto a rincarare la dose. E cioè
che i ripetuti interventi "ministeriali" a favore degli ergastolani Filippo e
Vincenzo Rimi hanno inizio fin dal 1969 e vedono, nell'ordine, impegnali i
sottosegretari Dell'Andro (30 giugno 1969, 6 ottobre 1969, 22 ottobre 1969, 12
gennaio '70, 28 gennaio '70), Pellicani (27 giugno '70, 1 luglio '70), il
ministro Reale (6 agosto '70, 31 ottobre '70, 12 novembre 70, 23 novembre '70,
30 novembre '70). Confermo che i due ergastolani Filippo e Vincenzo Rimi restano
insieme, in Sicilia, nello stesso carcere, per oltre un anno (continuando a
svolgere con l'esterno attività criminosa), non solo contro ogni norma di legge,
ma addirittura servendosi di un espediente (la visita del figlio al padre),
suggerito, così come il Centro di polizia criminale scrive, con sua lettera
riservata del 27 maggio 1971 addirittura da un sottosegretario in carica.
L'on. Pellicani mi invita a uscire dal vago, lo prego di aiutarmi. Invano tento,
in commissione antimafia, di convincere i colleghi a pubblicare l'intero
fascicolo della vicenda Rimi. Sono 58 documenti. Quello che lo riguarda porta il
n. 732. È un fascicolo voluminoso, una fitta corrispondenza ministeriale, uno
squarcio illuminante sui rapporti fra politici, burocrazia ed ergastolani. L'on.
Pellicani -ha concluso l'on. Niccolai- convinca i suoi colleghi dell'antimafia a
dare il via a quella pubblicazione. Dopo, vedremo chi ride e chi delira».
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