"Secolo d'Italia", 18 dicembre 1969 (pag. 2)
Ampia e documentata
requisitoria dei rappresentanti del MSI
alla Camera dei Deputati
Intervento di Beppe Niccolai
(…)
Giuseppe Niccolai ha dichiarato che la faciloneria imperante nella ricerca
scientifica tocca i vertici nelle vicende che si sono verificate a proposito del
CAMEN: vicende sulle quali ha richiamato l'attenzione della Camera nell'intento
di difendere il prestigio delle forze armate e di far emergere tutta la verità,
liberando il CAMEN -destinato a svolgere una funzione di primo piano in campo
nucleare- dalle strettoie nelle quali è oggi costretto ad operare.
Ma tutta la storia del CAMEN è costellata di illegalità amministrative. Attorno
al centro ruotano una miriade di ditte, alle quali sono affidati i compiti più
svariati, che invece il centro avrebbe potuto esercitare in proprio: una perla
di questo andazzo amministrativo è costituita dalla cifra favolosa di 73 milioni
per spese di pulizia affidata ad una ditta privata!
Il risultato è questo: un personale numeroso, spesso impiegato in compiti
delicati -perfino nel reattore- è rimasto senza alcuna garanzia, giuridica ed
economica, per la sua condizione di personale dipendente dalle ditte appaltanti.
Anche qui può valere l'esempio del personale di dattilografia, con una
remunerazione -da parte di una ditta appaltante- di 45 mila lire al mese,
laddove per ogni unità di segreteria il CAMEN ha pagato alla ditta stessa 120
mila lire al mese.
L'on. Niccolai ha chiesto pertanto che venga chiarita la situazione
amministrativa del CAMEN e delle ditte appaltanti; e soprattutto che sia
riconosciuto il servizio anteriormente prestato dal personale impiegato dalle
varie ditte, con tutte le debite garanzie giuridiche ed economiche.
Molte altre disfunzioni del CAMEN potrebbero essere denunciate; tra esse
Niccolai ha ricordato lo scandalo delle «missioni» nel territorio nazionale -per
l'ammontare di 20 milioni l'anno- che ha toccato il caso-limite di un dirigente
che ha compiuto 366 giorni di «missioni» in un anno, beninteso non bisestile!
Non meno assurda è la vicenda dello stabilimento balneare (giustificato come
opera destinata... alla difesa nazionale), la cui gestione è stata quest'anno
parzialmente affidata ad educatori dei centri Rousseau di Milano, focolai
«maoisti», che hanno fatto registrate un inqualificabile episodio: i ragazzi
della colonia marina hanno sfilato al grido: «l'Italia fuori dalla NATO»!
Ancora più grave è la vicenda dell'apparecchiatura da inserire nel nocciolo del
reattore, nel quale è stato immesso un liquido non adatto che ha rischiato di
compromettere il funzionamento dello stesso reattore.
Passando ad esaminare la situazione dei lavoratori del campo Derby della baso
NATO di Tombolo, l'onorevole Niccolai ha lamentato l'assenza di uno stato
giuridico per quel personale, impiegato in lavori spesso pericolosi, con
l'incerto di una probabile disoccupazione. A tale proposito l'oratore missino ha
ricordato l'atteggiamento contraddittorio del ministro Gui, che da un lato ha
accolto recentemente in Commissione difesa un suo ordine del giorno
sull'argomento, e dall'altro ha dato risposta negativa ad una sua successiva
interrogazione in materia.
L'on. Niccolai ha quindi sottolineato l'assurdità dell'atteggiamento del
governo, incapace di assicurare l'ordine pubblico interno e tuttavia con
velleità sulle armi tattiche nucleari: ma solo di velleità si tratta, chè
sull'uso di queste armi, pure esistenti sul territorio italiano, il nostro
governo non esercita alcun controllo.
L'oratore ha quindi criticato la confusione tra pacifismo e disinteresse per la
difesa nucleare, settore nel quale il nostro paese (come del resto gli altri
alleati europei) è sostanzialmente asservito agli Stati Uniti, con evidente
svuotamento della presenza europea nell'alleanza atlantica: come il MSI ha più
volte sottolineato, in particolare nel dibattito sul trattato contro la
proliferazione delle armi nucleari.
In tale quadro varrebbe la pena di rivedere la posizione italiana nel quadro
dell'alleanza atlantica, almeno per ottenere valide garanzie che il nostro paese
non si troverà coinvolto in pericolosi conflitti esterni nel Medio e
nell'Estremo Oriente: il che è da temere, data la nostra impossibilità di
esercitare un effettivo controllo in seno alla alleanza.
Il «no» del gruppo del MSI a questo bilancio è anche espressione, ha concluso
Niccolai, del rifiuto di ogni trasformismo, di ogni viltà, di ogni tradimento
verso gli interessi permanenti della nazione.
(…)
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