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"L’Eco della Versilia", n° 1 Anno XIX 28 Febbraio 1990
Le responsabilità
del fascismo Giuseppe Niccolai
Sul numero 2/1989 de «L'Eco della Versilia» abbiamo pubblicato il «Dialogo quasi socratico» sulla resa di Pantelleria che Benito Mussolini scrisse, nel maggio 1944, durante la RSI. Che cosa mancò? Scrive Mussolini: «... i "nervi" dei Comandanti, altrimenti detto "lo spirito". Quale delusione! Così gli inglesi sbarcarono nell'isola. Ebbero due, diconsi due, feriti». Dopo «La Storia di un anno», dove lo stesso Mussolini aveva raccontata la strepitosa carriera del Maresciallo Pietro Badoglio durante il Fascismo, anche questo «Dialogo quasi socratico» è una autocritica di sé stesso. Sono io, dice in sostanza Mussolini, che ho portato l'Italia in queste condizioni alla guerra, con Pietro Badoglio, con quei Comandanti di Pantelleria. Mussolini non perde la sua grandezza con queste confessioni che lo portarono, nella RSI, a smitizzare sé stesso. Anzi. Si arricchisce di umanità. Ed è evidente che l'esame di coscienza in pubblico intende estenderlo agli Italiani, a tutti, a quelli che lo avevano seguito nel ridotto della RSI, a quelli che gli avevano voltato le spalle. Ecco perché la RSI è l'epicedio e la catarsi del ventennio. E la catarsi, cioè la purificazione, che altro non è che un esame di coscienza collettivo, la RSI la compie. In pubblico. Lava i panni davanti a tutti.
* * * Ci verrà chiesto perché riandiamo a vicende di oltre quaranta anni Ci verrà chiesto perché torniamo sulle «scarpe rotte dei nostri soldati». Ci verrà chiesto perché riapriamo ferite dolorosissime come quella della Campagna di Grecia, d'Africa, della Sicilia. Perché? Perché riteniamo che senza un profondo esame di coscienza su ciò che accadde cinquanta anni fa, da compiersi davanti alle giovani generazioni che quei tempi non conobbero, questa Italia di oggi, politicamente, continuerà ad essere un nano politico. A non avere méte, ruoli, sogni. Infatti l'antifascismo -che fu restaurazione e non rivoluzione- si guardò bene dal fare al fascismo il vero processo: quello di come aveva condotto la guerra. Salvò Pietro Badoglio. E tutti coloro che poterono dimostrare che, in odio al fascismo, avevano fornito ai nostri Soldati «scarpe rotte e vecchi fucili». Riabilitò quella marmaglia politica che -proprio per avere tradito i nostri Soldati- l'antifascismo, se fosse stato rivoluzione, avrebbe dovuto fucilare. In ordine al principio: «Se hai tradito ieri, tradirai anche domani», quindi, al muro! Invece riammise in circolazione il cascame d'Italia. Massacrando quegli Italiani che, nel disperato ridotto della RSI, purificandosi, si battevano per purificare definitivamente l'Italia. Questo esame di coscienza va ancora fatto. E se fatto, farà bene. A tutti. È un atto di coraggio. Non più «scarpe rotte». Giuseppe Niccolai |