DOCUMENTI
"L’Eco della Versilia", n° 4 Anno XVIII - 31 Maggio 1989
La P2 e i servizi segreti
* * * Pisa, 19 ottobre 1984 Caro Segretario, incaricato di redigere la mozione sulla P2 ho tirato giù il testo allegato. Pare che incontri resistenze. Non ne conosco le argomentazioni se non quella di difendere i Servizi. Se è così chiedo il tuo parere e la possibilità di discutere della cosa in Segreteria. Cordiali saluti. Giuseppe Niccolai
* * * Roma, 29 ottobre 1984 Caro Niccolai, ti ringrazio per avermi inviato, cortesemente, la mozione sulla P2 da te redatta. L'ho letta attentamente e non ho alcuna osservazione in contrario da fare. Voglio dire che me ne assumo volentieri, quale Segretario del partito, la responsabilità. Non è quindi necessario discuterne in Segreteria. Ti prego pertanto di volermi far conoscere da chi vengano e quali contenuti abbiano o nascondano le «resistenze» da te denunciate, sia pure genericamente. Ma resta ferma la mia approvazione. Naturalmente comunico tutto ciò al Presidente del gruppo, per il rispetto che gli debbo, istìtuzionalmente e personalmente. Un saluto affettuoso.
Giorgio Almirante
* * * La Mozione La Camera, preso atto che i lavori della Commissione di inchiesta parlamentare sulla Loggia P2 sono terminati, evidenziato: a) - come la Nazione italiana sia infeudata ai servizi di informazione di potenze estere, tanto da mettere dubbio la sua stessa sovranità nazionale; b) - che la tesi delle «stragi di stato» trova puntuale conferma nello stesso documento di maggioranza, per cui «la politica della destabilizzazione attuata in Italia dalla P2 mirava, con paradossale ma coerente lucidità, alla stabilizzazione del sistema», per conto delle forze cosiddette moderate; c) - che il confronto delle tesi avvenuto in Commissione, e cioè se Licio Gelli sia stato agente della CIA o del KGB, conferma, nella sostanza, la sudditanza delle classi politiche di vertice italiane ai vincitori della 2ª Guerra mondiale, sudditanza attraverso la quale è passata anche la «politica» delle stragi; d) - come lo scontro delle tesi su descritto comporti, per tutto il sistema statuale italiano, la figura del partito-stato che, in quanto stato, usa, ai propri fini particolari, gli strumenti istituzionali, in primo luogo i Servizi; e) - che il processo di identificazione DC-Stato è elemento fondamentale per spiegare gli effetti di decomposizione, di feudalizzazione, di privatizzazione dello Stato stesso, come l'ultimo caso Cirillo abbondantemente dimostra; f) - che la vicenda Sindona (dalla quale è esploso lo scandalo P2), alla luce del delitto Ambrosoli, evidenzia pesanti responsabilità morali di Ministri in carica, fra l'altro, bollati nella stessa sentenza di rinvio a giudizio del bancarottiere da parte dei giudici milanesi; preso altresì atto come la maggioranza della Commissione (DC - PCI - PSI ~ PRI) abbia volutamente taciuto sulle responsabilità del ministro Bruno Visentini, in ordine alla vicenda «Rizzoli - Ortolani - Gelli - "Corriere della Sera"» e come, nel suo complesso, la relazione di maggioranza concluda con una copertura generalizzata della vicenda Carboni, per cui quel «silenzio», non solo accantona l'indagine su Ciriaco De Mita, Armando Corona, Eugenio Scalfari, Carlo Caracciolo, Carlo De Benedetti, ma anche su episodi inquietanti che la confessione del «boss» mafioso Tommaso Buscetta ha portato ora alla ribalta, e che riguardano il mondo della criminalità organizzata, con personaggi come Francesco Pazienza, i «killer» Danilo Abbruciati, Ernesto Diotallevi, personaggi tutti ruotanti intorno alla persona di Roberto Calvi, prima che costui venisse trovato impiccato sotto il «Ponte dei Frati Neri» di Londra; rilevato che identico comportamento da parte della maggioranza si è avuto sulla vicenda «Zilletti - CSM - Quirinale»; che il «Banco Ambrosiano» finanziava operazioni facenti capo alla DC, al PSI e al PCI, tanto che quest'ultimo, per un prestito di miliardi, ipotecava il prestigioso palazzo delle «Botteghe Oscure»; che tutte le nomine, ai vertici dei Servizi, poi risultati infeudati alla P2, vennero concordate con il PCI; invita il Governo ad aprire in Parlamento un dibattito in atto a stabilire se l'Italia, alla luce delle risultanze scaturite dalla Commissione P2, sia ancora un paese indipendente; a prendere in esame le posizioni dei Ministri comunque coinvolti nelle vicende P2, e ad assumere i relativi provvedimenti; ad aprire un'inchiesta, in collaborazione con il CSM, sul caso del magistrato Enrico De Nicola che, in contrasto con il Procuratore generale Franz Sesti, non sentendosela di limitare i motivi di appello solo su alcuni casi P2, così come gli veniva ordinato, si è rifiutato di firmare l'archiviazione (vicenda Zilletti -Quirinale), chiedendo il trasferimento ad altro Ufficio; a moralizzare l'intera vita pubblica italiana, tenendo di conto che sono proprio le risultanze della Commissione P2 a dimostrare che partito politico e massoneria sono escrescenze putrescenti di un sistema di potere che ha esproprìato le Istituzioni, dando vita nel paese ad una guerra fra bande, e fra bande e cittadini, così come la turpe vicenda Teardo ha dimostrato, quando una regione non meridionale, ma del triangolo industriale, è stata sottoposta, scientemente, all'attività criminale di una banda politica; a riaprire, nelle sedi appropriate, e con rigore, la vicenda «Volani - Pazienza» per l'appalto-terremoto, e ciò alla luce di quanto è recentemente emerso sul caso Cirillo, quando lo Stato-democratico, attraverso i Servizi, finanziava camorra e Brigate rosse; in particolare ad accertare se, alla vigilia della consegna al Parlamento della Relazione conclusiva sulla P2, vi furono intese e patteggiamenti, per cui la stesura finale della relazione di maggioranza venne concordata, trattando alcuni «silenzi» (Carboni - Armando Corona - Francesco Pazienza) purché altrettanti «silenzi» fossero posti sulla vicenda, incredibile, sanguinosa e criminale, «Cirillo - Brigate rosse - Camorra».
* * * Conclusione. Il dibattito sulle relazioni della Commissione di Inchiesta parlamentare sulla P2 (relatore per la Camera, Altero Matteoli) avviene in aula il 19.12.1985. Il MSI, ad eccezione di tutti gli altri gruppi, non presenta alcun documento. Matteoli è in Ospedale, al suo posto parlano altri.
* * * Codicillo: 23 dicembre 1984, la strage sul rapido Napoli - Milano. Sui giornali questa dichiarazione: «Ci hanno avvertito, ci hanno mandato a dire con la strage che l'Italia deve stare al suo posto sulla scena Internazionale. Un posto di comparsa, di aiutante. Ci hanno fatto sapere con il sangue che il nostro Paese non può pensare di muoversi da solo nel Mediterraneo. Ci hanno ricordato che siamo e dobbiamo rimanere subalterni. E noi non abbiamo un sistema di sicurezza nazionale capace di opporsi a questi avvertimenti. Non difendono l'Italia perché non debbono difenderla. Sono funzionali alla nostra condizione di inferiorità. Altro che strage fascista: è accaduto qualcosa di totalmente nuovo, qualcosa che pone Il problema della nostra autonomia Internazionale». (Rino Formica, «la Repubblica», 29 dicembre 1984, dopo la strage sul rapido Napoli - Milano del 23.12.1984, e di cui si trova indiziato il nostro Massimo Abbatangelo).
* * * Le esplosive dichiarazioni di Rino Formica provocano un dibattito parlamentare. E nella seduta del 29 gennaio 1985 lo stesso Presidente del Consiglio del tempo, Bettino Craxi, viene a rispondere. Quale atteggiamento tiene il MSI dinanzi alle dichiarazioni di Rino Formica? Di assoluta opposizione. Va oltre il PRI, notoriamente il partito «americano» in Italia. Difende i Servizi e la NATO. Ogni commento è superfluo. Beppe Niccolai |