Interrogazioni con risposta scritta - Anno 1972

Seduta dell'8 agosto 1972

 

NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere se sia esatto che nelle scuole livornesi viene distribuita, a cura della Lega per le autonomie e i poteri locali, un opuscolo di Enzo Santarelli dal titolo: "Fascismo e antifascismo".
Per sapere se sia esatto che l'iniziativa vuole contribuire, rifacendosi dal 1921 ai giorni nostri, alla battaglia contro il fascismo.
Per conoscere se sia esatto che nel comitato della Lega per le autonomie e i poteri locali figura un parlamentare che i comitati di Pisa e di Livorno del partito comunista italiano, in un loro manifesto, qualificano «traditore», in quanto, «già dirigente della Resistenza, passò nelle file del nemico e si arruolò, nella primavera del 1944, nell'esercito di Benito Mussolini».
Per sapere se si sia provveduto a far sì che gli scolari livornesi conoscano questo particolare, in relazione anche al fatto che questo parlamentare ha rappresentato, per tanti anni, in Senato, la città e la provincia «antifascista» di Livorno. (4-00030)

Risposta - L'amministrazione provinciale di Livorno, nel quadro delle iniziative programmate dalla regione toscana per diffondere nella scuola i valori della Resistenza e della Costituzione repubblicana, ha inviato direttamente ai presidi degli istituti tecnici del capoluogo e provincia, per le celebrazioni del 25 aprile e del 2 giugno, una lettera rivolta agli studenti delle ultime classi con due pubblicazioni "La Costituzione della Repubblica italiana" e "Fascismo e neo fascismo" di Enzo Santarelli, da distribuire ai medesimi.
I presidi che ricevettero tale materiale informarono il competente provveditore agli studi che a sua volta dispose per la consegna agli studenti del testo della Costituzione.
Si fa presente, infine, che questo Ministero non è in possesso di precise notizie sia sulla composizione che sulle finalità della lega per le autonomie ed i poteri locali.

Il Ministro: Scalfaro
 

 

Seduta dell'8 agosto 1972

 

NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale - Per sapere quale ruolo gioca, in Lucca, nelle vertenze di lavoro, l'avvocato Frezza del PSI che, da difensore i lavoratori dell'oleificio Giurlani con il risultato di farne licenziare 37, passa con estrema disinvoltura, a difendere l'azienda Ambrosiana di Pietrasanta a Castelnuovo che ha ben 700 lavoratori in Cassa integrazione. (4-00422)

Risposta - Dalle informazioni dell'ufficio provinciale del lavoro di Lucca, è emerso che l'avvocato Mario Frezza, quale libero professionista, ha curato, in entrambi i casi dell'oleificio Giurlani e dell'Ambrosiana Calze, gli interessi dei titolari delle aziende.

Il Ministro: Coppo

 


 

Seduta del 3 ottobre 1972

 

NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro della pubblica istruzione - Per conoscere i motivi per cui non si è ancora provveduto ad applicare, nei riguardi del professor Annibale Gianuario del conservatorio di musica L. Cherubini di Firenze, quanto dispone l'articolo 22 del testo unico 12 febbraio 1940, n. 740, circa l'assunzione in ruolo degli insegnanti che abbiano prestato servizio per cinque anni in scuole ed istituti di cultura italiani all'estero. (4-00022)

Risposta - Si premette che l'articolo 22 del testo unico approvato con regio decreto 12 febbraio 1940, n. 740, aveva previsto che gli insegnanti in possesso di determinati requisiti e che avessero prestato servizio in scuole italiane all'estero potessero ottenere la immissione in ruolo nelle corrispondenti cattedre delle scuole del territorio nazionale. Successivamente, per gli istituti di istruzione artistica, il decreto legislativo luogotenenziale 15 febbraio 1945, n. 133, annullò le nomine disposte senza concorso dal 1938 al 1943, comprese quelle effettuate ai sensi del regio decreto predetto. Tali nomine furono poi soggette a revisione per effetto del decreto legislativo luogotenenziale 13 luglio 1947, n. 1961.
Non sembra, quindi, che possa trovare oggi applicazione il disposto dell'articolo 22 del regio decreto citato sopra.
D'altra parte si aggiunga che, nel caso specifico, agli atti di questo Ministero non è pervenuta domanda del professor Gianuario, corredata dai prescritti documenti, intesa ad avvalersi, a suo tempo, di quanto previsto dal regio decreto 740/40. Risulta, invece, pervenuta, nel febbraio 1972, una domanda intesa al riconoscimento della qualifica di triennalista nella posizione di insegnante incaricato a tempo indeterminato; ed in occasione di tale domanda l'interessato si è limitato a chiedere, senza produrre la documentazione, se nei suoi confronti possa invocarsi il disposto del testo unico 12 febbraio 1940, n. 740, articolo 22.
Va comunque aggiunto, .infine, che il professor Gianuario ha chiesto di partecipare ai concorsi riservati per cattedre di esercitazioni corali, di esercitazioni orchestrali, di musica d'insieme per strumenti ad arco e di musica da camera nei conservatori di musica: concorsi indetti in applicazione della legge 28 marzo 1968, n. 359. Tali concorsi sono di prossimo espletamento e, quindi, l'interessato che, dal 1946, ha insegnato ininterrottamente quale incaricato di esercitazioni corali potrà aspirare all'assunzione in ruolo per tale materia.
Il Ministro: Scalfaro


 

Seduta del 3 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Ai Ministri dell'interno e di grazia e giustizia - Per sapere se siano a conoscenza del fatto che "l'Avanti!"del 22 marzo 1972 scrive che Emilio Vesce, direttore di "Potere operaio", risulta legato politicamente al gruppo veneto Freda e Ventura. .
Per sapere se sia esatto che dinanzi a questa accusa, Emilio Vesce, direttore di "Potere operaio", annunciava, nel marzo 1972, di avere sporto querela.
Per sapere se tale querela sia stata presentata.
Per sapere se sia esatto che Piero Gomacchio, uomo vicino al segretario nazionale del PSI, amministratore della ERI-RAI-TV, ha fondato, insieme a Ventura, la casa editrice "Litopress".
Per sapere se sia esatto che è l'esponente socialista Massari a fornire l'alibi a Ventura per il giorno 12 dicembre 1969, giorno della strage di Milano.
Per sapere se sia esatto che il vero protettore di Ventura, negli ambienti politici romani, risulta il senatore Luigi Anderlini. (4-00032)

Risposta - Dinanzi alla procura della Repubblica di quella città è attualmente in corso un procedimento penale, a seguito di querela presentata dal direttore del giornale "Potere operaio", Emilio Vesce, nei confronti del direttore responsabile del quotidiano"l'Avanti!", e dell'autore di un articolo, pubblicato in detto quotidiano, articolo ritenuto dal Vesce diffamatorio nei suoi confronti.
La procura generale ha fatto inoltre presente di non essere in possesso di altre notizie in ordine al restante contenuto della interrogazione, rilevando, poi, che nessuna informazione può essere fornita circa le testimonianze rese nel procedimento penale a carico di Ventura a proposito di un asserito alibi di questi per l'attentato del 12 dicembre 1969 in Milano vietandola, a tutela del segreto istruttorio l'articolo 307 del codice di procedura penale.
Il Ministro di grazia e giustizia: Gonella


 

Seduta del 3 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro della difesa - Per conoscere i motivi per cui, alla visita medica prescritta per essere ammessi al concorso per 1.800 posti di avieri graduati del ruolo specialisti dell'aeronautica, viene eliminato, per disturbi cardiaci, Buongiorno Vincenzo di Capoliveri (Livorno), quando il giovane, che si è sottoposto a rigorosi controlli, può dimostrare di essere in perfetta salute. (4-00217)

Risposta - Nei riguardi del giovane Vincenzo Buongiorno -candidato al concorso a 1.800 posti di avieri allievi graduati del ruolo specialisti dell'aeronautica militare- la commissione medica ha emesso giudizio di non idoneità, avendo riscontrato al giovane una disfunzionalità cardiaca che, pur non costituendo uno stato di malattia organica, ha consigliato, per l'importanza dell'organo interessato, un doveroso rigore cautelativo.
Il Ministro: Tanassi


 

Seduta del 3 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro dell'interno - Per sapere se sia esatto che, in data 21 ottobre 1964, la sovrintendenza ai monumenti di Pisa concesse al cittadino Colombini Gustavo di costruire, sul viale Gabriele D'Annunzio, in località La Fornacina, una baracca in legname ad uso pesca, a carattere precario e a condizione che ai due lati della concessione venisse lasciato libero un corridoio di metri 1,50 per consentire al pubblico l'accesso al fiume.
Per sapere se sia esatto che il possesso di tale chalet è registrato presso gli uffici comunali (beni patrimoniali) come appartenente ai cittadini Elia Lazzari e Gustavo Colombini.
Per sapere se sia esatto che, in data 20 luglio 1971, il nome e la firma del cittadino Elia Lizzari compaiano, insieme con altre numerose firme, in calce ad un foglio di carta bollata, diretto all'intendenza di finanza di Pisa in cui si chiede che, contro eventuali decisioni di revoca delle concessioni, l'amministrazione finanziaria dello Stato si decida a vendere il terreno su cui insiste lo chalet; con ciò dimostrando che il cittadino Elia Lazzari è totalmente schierato contro gli amministratori del comune di Pisa che, lungo il fiume, intenderebbero sradicare chalets, baracche, abitazioni, attrezzature nautiche.
Per sapere se, per caso, il cittadino Elia Lazzari, dopo il luglio 1971, abbia venduto lo chalet e, in caso affermativo, conoscere la data, la persona alla quale il bene è stato trasferito, la somma pattuita.
Per sapere se il sindaco di Pisa abbia inoltre provveduto ad ordinare una severa indagine sullo chalet di cui si parla, in quanto viene affermato che detto chalet, se di legno appare, non lo è, perché ad un esame più approfondito, dietro il legno, vi sarebbe la muratura.
Per sapere se l'indagine abbia dato questi risultati, i motivi per i quali il sindaco di Pisa non abbia provveduto a denunciare alla autorità giudiziaria il cittadino Elia Lazzari. (4-00226)

Risposta - I fatti citati dall'interrogante trovano conferma nelle notizie esistenti in atti, sia per ciò che concerne l'autorizzazione concessa al signor Gustavo Colombini dalla sovrintendenza ai monumenti di Pisa, sia per quanto riguarda l'atto sottoscritto dal signor Elia Lazzari, unitamente ad altri concessionari di terreni del demanio dello Stato, per chiedere all'intendenza di finanza alla predetta sede di poter acquistare, ciascuno per la propria porzione, il terreno detenuto in concessione.
È altresì provato, sulla base di una scrittura privata registrata presso il locale ufficio del registro, che il signor Lazzari ha ceduto il manufatto di sua proprietà, esistente sul terreno demaniale anzidetto. Dagli accertamenti eseguiti tramite l'ufficio del genio civile risulta che detto manufatto consiste in una baracca realizzata su una soletta in calcestruzzo armato ed è sostenuta da pilastri in muratura.
Nulla si è potuto stabilire circa il materiale usato nella costruzione della parte interna dello chalet, mancando a tal fine il titolo valido di legittimazione che autorizzi l'accesso all'interno del manufatto.
La prefettura di Pisa ha comunque riferito sui fatti all'autorità giudiziaria in sede, sicché sarà ora la magistratura ordinaria ad occuparsi della questione.
Il Ministro delle finanze: Valsecchi


 

Seduta del 3 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro dell'interno - Per sapere -in ordine alla campagna di stampa promossa dal PCI per un reclutamento di quadri giovanili, campagna che si richiama all'insegnamento di Antonio Gramsci- se sia esatto che negli archivi di Stato sono custodite lettere che, nel febbraio del 1928, furono spedite, per posta normale, da Ruggero Grieco (a Mosca insieme con Togliatti) a Gramsci, detenuto nel carcere di San Vittore di Milano, in attesa di processo.
Per sapere se sia esatto che dette lettere, volutamente inviate per posta normale perché la polizia ne prendesse visione, per il loro contenuto, venivano a danneggiare pesantemente la posizione processuale del Gramsci che pur non rinnegando davanti ai giudici la sua fede politica aveva sostenuto di non far parte dell'esecutivo del partito, cosa che invece quelle lettere affermavano.
Per sapere se sia esatto che lo stesso Gramsci, in una lettera alla cognata Tania, definisce l'invio di quelle lettere «atto, o stupido o criminale», avanzando l'ipotesi che «qualcuno, meno stupido, abbia indotto il Grieco a scrivere per posta normale queste lettere» e che aveva ragione il giudice istruttore che, nel consegnargli le lettere, gli aveva detto: «onorevole Gramsci, lei ha degli amici che certamente desiderano che lei rimanga un pezzo in galera».
Per sapere se gli archivi di Stato contengano altri documenti al riguardo, comprovanti che Palmiro Togliatti, in quei giorni a Mosca con Grieco, indusse quest'ultimo a scrivere quelle lettere per sbarazzarsi di Gramsci come temibile concorrente alla segreteria del PCI. (4-00379)

Risposta - Una indagine da condurre presso tutti gli archivi di Stato per la individuazione di atti che potrebbero interessare la richiesta avanzata dall'interrogante necessiterebbe, ovviamente, di un lungo lasso di tempo. La ricerca, d'altra parte, consentirebbe solo la segnalazione della eventuale esistenza di altri documenti gramsciani, oltre quelli già pubblicati, in particolare per i tipi di Einaudi.
Presso l'archivio centrale dello Stato si conserva, nella serie del casellario politico centrale, il fascicolo di Gramsci, già utilizzato da vari studiosi.
Il Sottosegretario di Stato: Nicolazzi


 

Seduta del 3 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Ai Ministri dell'interno e dei lavori pubblici - Per sapere se siano a conoscenza del fatto che nel comune di Canapiglia Marittima (Livorno), in zona panoramica, davanti all'incomparabile golfo di Follonica, è stata costruita, su un ampio appezzamento di terreno, una strada dalla carreggiata autostradale.
Per sapere se siano a conoscenza del fatto che su tale terreno campeggia il seguente cartello: «Su questo terreno ha diritto di superficie la cooperativa Campiglia per la costruzione di case ai lavoratori, in base alla legge si sollecita il finanziamento».
Per sapere a chi appartenga l'unica villa costruita su detto terreno e nel punto più panoramico, se sia esatto che è costata 24 milioni, se sia esatto che l'intestatario risulterebbe esercente la professione di sindacalista della CGIL. (4-00383)

Risposta - Il consiglio comunale di Campiglia Marittima con deliberazione dell'11 dicembre 1963, n. 112, ha approvato le «previsioni del piano regolatore generale comunale» (con le relative indicazioni delle zone destinate all'edilizia economica popolare) ed in data 12 aprile 1965 ha deliberato di adottare il «piano di zona» per l'edilizia economica e popolare, previsto dall'articolo 1 della legge 18 aprile 1962, n. 167.
In quest'ultimo piano è previsto anche l'esproprio di circa 80 mila metri quadrati di terreno in località «Tutti i venti» del capoluogo, destinato ad attrezzature collettive, edilizia economica e servizi.
Al riguardo:
a) con deliberazione del 5 marzo 1970, n. 29, il consiglio comunale ha delegato alla giunta municipale l'elaborazione degli atti necessari per acquisire ed espropriare metri quadrati 186 di terreno da destinare all'edilizia popolare, di cui metri quadrati 12.600 da cedere per utilizzazione diretta a cittadini del comune, che ne facciano richiesta, per la costruzione di «fabbricati unifamiliari» per abitazione propria. Il suddetto terreno da destinare alla edilizia popolare è stato già interamente espropriato;
b) con deliberazione del 18 dicembre 1971 il consiglio comunale ha stabilito di cedere in diritto di superficie ad aedificandum alla cooperativa edificatrice a proprietà indivisa Cooper Campiglia un'area di circa 27 mila metri quadrati facente parte del predetto «piano di zona», approvato con decreto ministeriale del 18 agosto 1968, n. 1359.
Su parte dei 54.186 metri quadrati di terreno espropriato il comune ha fatto costruire dalla ditta Edilnuova di Grosseto una strada a due corsie, divisa da uno spartitraffico, sul ciglio della quale risulta installato il cartellone cui fa cenno l'interrogante.
Sui 12.600 metri quadrati di terreno ceduti, invece, a privati per l'utilizzazione diretta è in fase di completamento un fabbricato unifamiliare, fatto edificare in economia, al costo pubblicizzato di 12-13 milioni, dai proprietari, i coniugi Giorgio Pavanetto, giornalista e sindacalista della CGIL, già impiegato presso la sede centrale di Roma e Rosa Coghetto.
Nello stesso luogo, per altro, sono in corso di edificazione altri due fabbricati unifamiliari da parte di cittadini del luogo e sono stati, infine, richiesti i relativi permessi di costruzione per due fabbricati.
Il Ministro dell'interno: Rumor


 

Seduta del 3 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Ai Ministri dell'interno e di grazia e giustizia - Per conoscere i motivi per i quali le competenti autorità, pur conoscendo i responsabili della distruzione dell'ufficio del direttore dell'istituto di meccanica della facoltà di agraria dell'università di Pisa, evento accaduto il 10 marzo 1969, non prendono, al riguardo, i relativi provvedimenti di legge. (4-00384)

Risposta - Il 10 marzo 1969, nottetempo, venne danneggiato, nella facoltà di agraria dell'università di Pisa, lo studio del direttore dell'istituto di meccanica agraria, professor Franco Dallara.
Si trattò di un incendio doloso, che distrusse completamente l'arredo e danneggiò le opere murarie.
In occasione del sopralluogo, che in quella circostanza gli ufficiali di polizia giudiziaria effettuarono ai locali di detto istituto, furono rilevate numerose frasi tracciate sui muri con vernice rossa, alcune di contestazione, altre oltraggiose contro il professor Dallara.
Nonostante, però, il massimo rigore ed il notevole impegno con cui vennero condotte le indagini, alla luce di successivi atti teppistici, che si ripetettero a breve intervallo, nella stessa facoltà universitaria, non si è riusciti, a tutt'oggi, a raccogliere validi elementi di prova per una conclusione positiva.
La questura di Pisa, tuttavia, nell'intento di non tralasciare nulla pur di addivenire all'individuazione dell'autore o degli autori del gesto teppistico in questione, prosegue col massimo impegno le indagini del caso, ragguagliandone sempre tempestivamente l'autorità giudiziaria cui, com'è noto, compete la direzione delle stesse indagini.
Il Sottosegretario di Stalo per l'interno: Cottone


 

Seduta del 3 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Ai Ministri dell'interno e dell'industria, commercio e artigianato - Per sapere con quali criteri vengono rilasciate le licenze di commercio a Porto Azzurro (Livorno), se, non solo gli esercizi continuano nella zona a proliferare, ma addirittura gli interessati, ancor prima di entrare. in possesso della licenza, come se fossero sicuri di ottenerla al cento per cento, procedono all'acquisto del locale e ad arredamenti costosissimi.
Se intendano procedere ad una indagine che accerti se, alla base di questi traffici, vi sono violazioni di legge. (4-00410)

Risposta - L'interrogazione di che trattasi è da porsi in relazione ad una domanda inviata al comune di Porto Azzurro dalla ditta Carla Squarci, diretta ad ottenere l'autorizzazione ad aprire un esercizio commerciale in quel comune.
La richiedente, malgrado non avesse ancora ottenuto il certificato di iscrizione al REC (pur avendo già sostenuto il relativo esame), si è affrettata ad approntare i locali dell'esercizio, rifornendoli di attrezzature e merci ed apponendovi anche l'insegna.
Per l'intervento dei vigili urbani, che elevavano a carico della responsabile regolare contravvenzione, l'insegna veniva tolta.
Il sindaco di Porto Azzurro, essendo venuto a conoscenza che la ditta richiedente aveva superato il prescritto esame presso la camera di commercio di Livorno, decideva di convocare la competente commissione comunale per la disciplina del commercio, per l'esame della domanda presentata dalla Squarci, senza, per altro, attendere che questa producesse il certificato di iscrizione al REC.
Avuto sentore della prossima convocazione, due dei componenti della commissione, tra cui il presidente della locale associazione commercianti, presentavano le dimissioni dalla carica.
Ciò nonostante, il sindaco procedeva alla convocazione, e la commissione, nella seduta dell'8 agosto 1972, esprimeva parere favorevole alla concessione della licenza, subordinandola, però, alla esibizione del certificato di iscrizione al REC.
Il fatto che l'interessata, prima di ottenere la richiesta autorizzazione, abbia provveduto -a proprio rischio- all'acquisto ed all'arredamento dei locali, non è, comunque, da imputarsi a tolleranza da parte del comune.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Sarti


 

Seduta del 3 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE, DI NARDO, MACALUSO ANTONINO, TREMAGLIA, FRANCHI, DE MICHIELI VITTORI, ABELLI, MENICACCI e DAL SASSO - Al Ministro di grazia e giustizia - Per sapere se sia esatto che gli agenti di custodia del carcere di Rebibbia sono sfilati sabato 29 luglio 1972, dalle nove della mattina alle 20 di sera, davanti ai detenuti che, fra lezzi e altre ingiurie, dovevano riconoscerli come autori delle presunte violenze, scoppiate quando venne l'ordine di prelevare gli autori delle rivolte che, a ripetizione, avvenivano nel carcere.
Per sapere se sia esatto che vi sono stati 35 agenti feriti.
Per sapere se l'iniziativa della «passerella» si estenderà, e se sia esatto che la prossima volta i detenuti del carcere di Rebibbia godranno del diritto, su proposta del giornale "Paese Sera", di veder passare davanti a sé i magistrati che dovranno giudicarli, per dar modo agli stessi reclusi di indicare gli «amici». (4-01142)

Risposta - Si richiamano, anzitutto, le dichiarazioni rese dal Ministro di grazia e giustizia al Senato della Repubblica, il 18 luglio 1972, in risposta ad interrogazioni presentate sui fatti verificatisi il 9 luglio precedente nel carcere di Rebibbia, allorché la protesta dei detenuti in quello istituto degenerò in gravi incidenti ed in azioni di danneggiamento. Si precisa che nella circostanza riportarono ferite e contusioni varie, con prognosi accertate fra i 3 e i 7 giorni, 31 agenti e non 35, come indicato nella interrogazione.
È noto che i fatti di che trattasi sono oggetto di istruttoria da parte dell'autorità giudiziaria; appunto in sede di indagini per il riconoscimento di agenti di custodia quali autori di presunte violenze nei confronti di detenuti, un folto gruppo di agenti ha effettivamente sostato a lungo in un punto, antistante il reparto G.13 di Rebibbia.
Non è vero, tuttavia, che i detenuti abbiano in quella occasione inveito o ingiuriato gli agenti stessi ad eccezione del detenuto Trivini Aldo.
Circa l'ultima parte della interrogazione, si ripete che il fatto segnalato si riferisce ad una istruttoria in corso.
Sembra pertanto del tutto ingiustificato desumere dall'episodio i paradossali sviluppi della istruttoria stessa adombrati nella interrogazione medesima.
Il Ministro: Gonella


 

Seduta del 3 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro delle poste e delle telecomunicazioni - Per sapere quali siano gli incarichi e gli emolumenti che il giornalista Vittorio Gorresio, responsabile politico ad ogni effetto del "Popolo di Roma" durante l'occupazione tedesca, ha percepito e percepisce dalla RAI-TV. (4-01143)

Risposta - Non risulta che al giornalista Vittorio Gorresio siano affidati dalla RAI incarichi a carattere permanente.
Vero è invece che, quando il predetto giornalista è chiamato -come altri giornalisti ed esperti- a partecipare a dibattiti, tavole rotonde, ecc., gli viene corrisposto un compenso che mediamente si aggira intorno alle 75 mila lire.
Il Ministro: Gioia


 

Seduta del 3 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Ai Ministri dell'interno e delle poste e telecomunicazioni - Per sapere quali rapporti vi siano fra la SIPRA e il giornale "La Nazione" e, in caso positivo, sapere a quando risalgono.
Per conoscere se la campagna giornalistica promossa dal direttore del quotidiano fiorentino, Domenico Bartoli, contro il segretario nazionale Giorgio Almirante e il MSI debba ricollegarsi ai rapporti con la SIPRA, oppure a quanto Miriam Mafai scrive su "Paese Sera" del 12 luglio 1972, per cui tale campagna altro non sarebbe che «un'abile contromanovra, con la quale il direttore de "La Nazione" spera di bloccare il suo pensionamento ormai deciso dal padrone della catena. (4-01168)

Risposta - Non risulta che esistano rapporti di qualsiasi natura tra la SIPRA e il giornale "La Nazione" di Firenze.
Il Ministro delle poste e delle telecomunicazioni: Gioia


 

Seduta del 10 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro degli affari esteri - Per sapere quali garanzie di tutela possano essere date, e di che ordine, ai familiari che hanno congiunti sepolti nel cimitero cristiano di Tripoli.
Per sapere se il Governo italiano intenda portare in Italia le salme dei civili sepolti nei cimiteri Libici per restituirle alle famiglie. (4-00060)
 

Risposta - Il piano regolatore di Tripoli prevede il trasferimento di tutti i cimiteri cristiani e mussulmani, militari e civili dalla zona di Hammangi nella nuova area cimiteriale di Ain Zara situata a circa otto chilometri dalla città.
In questa nuova area, di cui una parte è stata riservata al cimitero italiano, il Governo provvederà, d'intesa con le autorità libiche e analogamente a quanto sarà provveduto dalle altre comunità etniche e religiose in Libi dare sicura e decorosa sistemazione alle salme dei nostri connazionali.
Il Governo si è, d'altra parte, preoccupato di venire incontro al desiderio manifestato da talune famiglie di riavere in Italia le spoglie dei propri congiunti e come è stato reso noto sia attraverso la stampa, sia con comunicazione alle Associazioni dei profughi dalla Libia, si è assunto l'onere dell'esumazione e del trasporto fino ai porti italiani di tutte le salme che saranno richieste dai familiari.
Le prime 103 salme di civili italiani sono giunte a Bari il 31 maggio 1972 insieme con le spoglie dei caduti che erano inumate nel sacrario militare di Tripoli. Altre 110 salme di civili italiani, esumate dal cimitero cristiano di Tripoli, sono state rimpatriate alla fine del mese di giugno. Di esse, nove sono state sbarcate a Siracusa, le restanti a Napoli.
Inoltre, 110 salme giungeranno nei prossimi giorni nei porti di Siracusa (30) e Napoli (80).
Le salme rimpatriate da Tripoli ammontano così in totale a 323 su 1.400 domande di traslazione attualmente pervenute al consolato generale di Tripoli.
Il Sottosegretario di Stato: Elkan


 

Seduta del 10 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Ai Ministri dell'industria, commercio e artigianato e del lavorò e previdenza sociale - Per sapere quali garanzie il ministro può dare in relazione alla vicenda del cantiere navale di Donoratico (Livorno);
in particolare si chiede se il cantiere navale potrà continuare a vivere e, in caso contrario, quali provvedimenti potranno essere presi per garantire il lavoro agli oltre 70 dipendenti del cantiere navale. (4-00088)

Risposta - Il cantiere navale di Donorativo si occupa essenzialmente delle costruzioni di imbarcazioni da diporto.
Tutte le imbarcazioni di cui sopra, sono ammesse solamente ai benefici previsti dalla legge 21 luglio 1965, n. 939, relativa al trattamento tributario delle costruzioni navali; sono invece escluse dal contributo previsto dalla legge 4 gennaio 1968, n. 19 -scaduto il 31 dicembre 1971 ed ora in corso di rinnovo- perché trattasi di naviglio lusorio che non rientra nel campo di applicazione di tale legge.
Non è comunque possibile alcun intervento da parte di questo Ministero al fine di assicurare continuità di lavoro e quindi del mantenimento del livello occupazionale, in quanto le commesse di natanti sono lasciate alla libera contrattazione delle parti.
Il Ministro della marina mercantile: Lupis


 

Seduta del 10 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro della difesa - Per sapere se sia a conoscenza del fatto che le condizioni della famiglia contadina -podere Santa Margherita di Volterra (Pisa)- di Zenoni Giulio, militare in partenza, destinazione Borsaro, sono le seguenti:
1) Zenoni Gino, il padre, di anni 60, inabile ad ogni lavoro;
2) Zenoni Ivo, fratello, inabile al servizio militare per vizio cardiaco, più volte ricoverato e per lunghi periodi, in ospedale;
3) Zenoni Renzo, di 14 anni, studente di terza media inferiore;
4) Zenoni Maurizio, di anni 16, fratello, mutilato di una mano;
5) Fulceri Santina, la madre, casalinga, la sola persona valida per accudire al podere se il figlio Giulio andrà sotto le armi.
Per sapere cosa intenda fare il Ministero perché lo Zenoni Giulio ottenga l'esonero dal servizio militare, in quanto è l'unica persona atta a mandare avanti la propria famiglia. (4-00117)

Risposta - In favore del giovane Giulio Zenoni è stata presentata istanza di ammissione al beneficio della dispensa dalla ferma di leva, in applicazione all'apposito titolo contemplato per il «primogenito o unico figlio maschio di padre vivente affetto da infermità permanente e insanabile che lo renda inabile a esplicare la sua abituale attività lavorativa, ovvero di madre vedova o nubile, purché in entrambi i casi, a causa della partenza alle armi dell'arruolalo, la famiglia venga a perdere i necessari mezzi di sussistenza».
Allo scopo di far considerare l'iscritto primogenito per finzione legale -ai sensi dell'articolo 93 del decreto del Presidente della Repubblica 14 febbraio 1964, n. 237, sulla leva e il reclutamento obbligatorio nelle tre forze armate- è stata eccepita l'inesistenza in famiglia del fratello maggiore Ivo, per inabilità ed esplicare l'abituale attività lavorativa.
Con decisione del 24 luglio 1972, il consiglio di leva di Pisa non ha accolto la richiesta di esonero, in quanto l'anzidetto congiunto, sottoposto ai prescritti accertamenti sanitari, è stato giudicato, sia nella visita di primo grado sia in quella di appello presso l'ospedale militare, idoneo a svolgere l'abituale attività di lavoro. Analogo esito hanno dato gli accertamenti sanitari effettuati nei confronti del genitore.
Avverso la decisione del consiglio di leva è ammesso ricorso al ministro della difesa entro 30 giorni dalla notifica della decisione stessa.
Il Ministro: Tanassi


 

Seduta del 10 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro della pubblica istruzione - Per conoscere i motivi per i quali non si provvede a immettere nei ruoli della scuola media gli insegnanti dichiarati idonei nella abilitazione riservata, bandita con ordinanza ministeriale del 23 novembre 1967.
Se sia esatto che il Ministero ha nominato di ruolo insegnanti abilitatisi successivamente alla riservata, determinando, con il suo comportamento, uno stato grave di disegno e di ingiustizia. (4-00550)

Risposta - Sul primo punto -precisato che negli esami di Stato per il conseguimento dell'abilitazione all'insegnamento medio non vi sono idonei, ma soltanto abilitati e non abilitati- si fa presente che gli insegnanti abilitatisi nella sessione riservata, indetta con ordinanza ministeriale 23 novembre 1967, sono stati invitati a presentare domanda di relativa immissione in ruolo con il decreto ministeriale 25 agosto 1970, che fissava il termine al 2 marzo 1971.
Tale termine, tuttavia, fu virtualmente riaperto, sia pure limitatamente alla facoltà di integrare il titolo di abilitazione posseduto con il miglior punteggio, con il decreto ministeriale 10 gennaio 1972 il quale fu emanato in applicazione della legge 11 novembre 1971, n. 1071 che stabilì, innovando la precedente normativa, che tale categoria di abilitati doveva essere inclusa nelle medesime graduatorie comprendenti gli abilitati nella sessione ordinaria indetto con ordinanza ministeriale 15 agosto 1968.
I termini da ultimo stabiliti sono scaduti il 22 marzo 1972.
L'evolversi della normativa su tale questione ha perciò comportato che da non molto questo Ministero ha potuto dare inizio alle operazioni di valutazione delle domande e di formazione delle graduatorie ormai in fase conclusiva.
Si precisa, poi, che non è fondata la notizia di cui al secondo punto dell'interrogazione.
La assunzione in ruolo di coloro che si abilitano all'insegnamento «successivamente alla riservata» è prevista e disciplinata dalla legge 6 dicembre 1971, n. 1074, articoli 7 e seguenti ed il relativo decreto di applicazione, per altro già predisposto, potrà essere emanato non appena superate alcune divergenze di opinioni con gli organi di controllo.
Il Ministro: Scalfaro


 

Seduta del 10 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro della difesa - Per conoscere i motivi per cui si sono acquistati gli aerei da trasporto Hercules in numero nettamente superiore alle necessità delle nostro forze armate. (4-00717)

Risposta - Il numero degli aerei da trasporto di tipo Hercules in dotazione alle forze armate italiane è -contrariamente a quanto affermalo dall'interrogante- insufficiente rispetto alle varie esigenze che tale tipo di velivolo deve sodisfare.
Il Ministro: Tanassi


 

Seduta del 13 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Ai Ministri dell'interno, della pubblica istruzione e della difesa - Per sapere a quali risultati, diagnostici e clinici l'ospedale militare territoriale di Firenze è pervenuto visitando, su invito del provveditorato agli studi di Livorno, il professore (nonché rivoluzionario) Adriano Sofri, colpito, secondo certificati medici da lui stesso esibiti, da sindrome neuro adeniforme con note depressive ansiose.
Per sapere se sia esatto che, grazie a questi certificati, il Sofri, per più di un anno, ha fatto il rivoluzionario a spese di quello Stato che afferma di voler abbattere. (4-00031)

Risposta - Si conferma quanto comunicato con lettera dell'11 maggio 1971 (allegata in copia) in risposta all'analoga interrogazione parlamentare n. 4-14986 della trascorsa legislatura, presentata dall'interrogante e relativa allo stesso professor Adriano Sofri.
Si aggiunge che nei confronti del docente in parola è rimasto tuttora operante il provvedimento di sospensione cautelare dal servizio adottato dal provveditore agli studi di Livorno con decreto in data 1° dicembre 1970 a decorrere dal 15 novembre 1970. Non risulta, infatti, a questa amministrazione che il procedimento penale (instaurato a carico, del docente stesso a seguito dell'impugnativa da parte del procuratore generale della sentenza assolutoria pronunciata in data 28 gennaio 1971 dalla terza sezione penale del tribunale di Torino nei riguardi dello stesso professor Sofri, imputato dei reati di cui agli articoli 110, 111, n. 2 - 4 del codice penale 336 - comma 1° - 339 u.p. del codice penale e agli articoli 110 e 112 n. 2 - 4 del codice penale - 1 p. p. e n.p. decreto-legge 22 gennaio 1948, n. 66), sia stato definito in sede di appello.
Il Ministro della pubblica istruzione: Scalfaro


 

Seduta del 13 ottobre 1972

«Si fa presente che il professor Adriano Sofri, straordinario di lettere italiane e storia presso l'istituto magistrale A. Palli di Livorno, ha fruito nell'anno scolastico 1969-1970 dei seguenti periodi di congedo e di aspettativa:
a) 30 giorni di congedo straordinario per salute, dal 6 ottobre 1969 al 4 novembre 1969. Nel relativo certificato, rilasciato in data 6 ottobre 1969 da un medico dell'istituto di patologia speciale medica e metodologia clinica dell'università di Pisa, si attesta, che il professor Sofri «presenta bronchite acuta con componente asmatica, per cui si rende necessario un periodo di cure per 30 giorni circa, salvo complicazioni»;
b) 180 giorni di aspettativa per salute, dal 5 novembre 1969 al 4 maggio 1970. La istanza era convalidata da un certificalo rilasciato in data 5 novembre 1969 da un medico della clinica per malattie nervose e mentali dell'università di Pisa, attestante che il docente predetto «è affetto da sindrome ansioso-depressiva con spunti ossessivi».
Sottoposto a visita medico-collegiale presso l'ospedale militare di Firenze, su richiesta del competente provveditore agli studi, il professor Sofri fu riconosciuto inidoneo al servizio per giorni 180 con la seguente diagnosi: «sindrome neuro-asteniforme con note depressive ansiose». Nel relativo referto medico, rilasciato in data 16 dicembre 1969, venne testualmente precisato in ordine all'esame neuro: «da due-tre mesi il soggetto presenta una sintomatologia neuro-asteniforme con notevole esauribilità psico-fisica. Si presenta in effetti estenico, esauribile, scarsamente vitale. Non si evidenziano al colloquio turbe del corso del pensiero. Appare depresso ed ansioso»;
e) 54 giorni a titolo di prolungamento d'ufficio dell'aspettativa, dal 5 maggio 1970 al 27 giugno 1970, per motivi di opportunità didattica ai sensi dell'articolo 140 del regio decreto 27 novembre 1924, n. 2367;
d) 13 giorni a titolo di ulteriore prolungamento d'ufficio dell'aspettativa, disposto dal 28 giugno 1970 al 10 luglio 1970, permanendo gli anzidetti motivi di opportunità didattica.
In data 11 luglio 1970 il professor Sofri riprese servizio, mettendosi a disposizione del capo d'istituto.
In data 30 settembre 1970, dietro nuova richiesta del competente provveditore agli studi, fu sottoposto ad ulteriori accertamenti sanitari presso l'ospedale militare di Firenze, a seguito dei quali venne riconosciuto idoneo al servizio.
Con istanza in data 14 ottobre 1970, il professor Sofri ha chiesto di essere collocato in congedo per motivi di salute per 10 giorni, dal 15 al 24 ottobre 1970 allegando un certificato rilasciato, in data 14 ottobre 1970, da un medico della clinica delle malattie nervose e mentali degli ospedali riuniti Santa Chiara di Pisa, attestante «la riacutizzazione della sintomatologia depressiva già accusata lo scorso anno».
Nello stesso certificato il medico curante faceva presente l'opportunità che, dopo un periodo di 10 giorni di riposo e di adeguata terapia, il docente in parola fosse sottoposto a nuovi controlli per decidere sull'eventualità di un ricovero in ambiente ospedaliero specializzato.
Con successiva domanda il professor Sofri ha chiesto di essere collocato in aspettativa per giorni 180 dal 25 ottobre 1970 al 24 aprile 1971. Nel relativo certificato, rilasciato dallo stesso medico, si dichiara testualmente: «che il professor Sofri Adriano, da noi visitato in data odierna, presenta una forma più grave di psico-nevrosi depressiva di quella da noi diagnosticata precedentemente, e pertanto necessita di un periodo di riposo di almeno sei mesi».
Nessun provvedimento è stato adottato dal provveditore agli studi, sia in relazione alla domanda di congedo sia a quella di aspettativa, in attesa che venissero effettuati nuovi accertamenti sanitari.
Come è noto, nei confronti del professor Sofri, è stato recentemente aperto un procedimento penale, a seguito del quale è stato emesso ed eseguito ordine di cattura.
Ai sensi dell'articolo 91 del testo unico delle disposizioni concernenti lo statuto degli impiegali civili dello Stato, il provveditore agli studi ha dispensato, con decreto in data 1° ottobre 1970, la sospensione cautelare dal servizio del docente in parola con decorrenza dal 15 novembre 1970.
Il Ministro: Misasi


 

Seduta del 13 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro dell'interno - Per sapere:
1) se sia esatto che l'amministrazione provinciale di Massa Carrara con delibera del 6 aprile 1971, n. 239, ha concesso una indennità di rischio ai dipendenti del laboratorio provinciale di igiene e profilassi nella misura di lire 500 giornaliere;
2) se sia. esatto che tale delibera sia stata adottata dagli amministratori provinciali, nonostante in essa fosse fatto presente, con dichiarazione a verbale, il parere contrario del segretario generale per nullità del provvedimento adottato, in quanto preso in violazione dell'articolo 2 della legge 23 gennaio 1968, n. 20;
3) se sia esatto che il comitato regionale di controllo della Toscana abbia approvato e convalidato detto provvedimento in data 27 aprile 1971;
4) se sia esatto che il comitato regionale di controllo ha dichiarato nullo un provvedimento analogo adottato dall'amministrazione di Arezzo in data 9 ottobre 1970, n. 456;
5) se sia esatto che l'articolo 2 della legge 23 gennaio 1968, n. 20, disponga la responsabilità in proprio degli amministratori e dei membri del comitato di controllo della regione, nonché dei tesorieri per i pagamenti effettuati in violazione della legge;
6) quando da parte del Ministero e del prefetto di Massa Carrara, a norma dell'articolo 2 della legge 23 gennaio 1968, si intenda iniziare il procedimento ingiunzionale di recupero a carico degli amministratori, dei componenti il comitato regionale di controllo nonché dei tesorieri. (4-00223)

Risposta - Il 28 gennaio 1972, la giunta provinciale di Massa Carrara ha revocato la segnalata delibera del 6 aprile 1971, n. 239, disponendo -su invito della competente prefettura- il recupero rateale delle somme indebitamente pagate, al personale del laboratorio provinciale d'igiene e profilassi, a titolo di indennità di rischio.
Tale deliberazione era stata approvata in data 27 aprile 1971 dal comitato regionale di controllo.
Lo stesso comitato ha poi annullato, in seduta del 20 agosto 1971, l'analogo provvedimento del 9 ottobre 1970, n. 456, con cui l'amministrazione provinciale di Arezzo aveva determinato di concedere al personale del locale laboratorio igiene e profilassi i benefìci di cui alla, legge 2 novembre 1964, n. 1159.
Il Sottosegretario di Stato: Sarti


 

Seduta del 13 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro delle finanze - Per sapere se il segretario della CISL Bruno Storti abbia provveduto a regolarizzare la sua posizione fiscale dopo il ben noto incidente della mancata denuncia dei redditi.
Per sapere se nelle denunce da lui presentate risultino tutte le sue proprietà tra cui il recente acquisto di un lussuoso attico a Cortina d'Ampezzo in località Gojana, del valore, per 210 metri quadrati, di 85 milioni. (4-00228)

Risposta - A decorrere dal periodo d'imposta relativo ai redditi conseguiti nel 1970, il dottor Bruno Storti ha regolarmente prodotta la prescritta, dichiarazione, che è tuttora all'esame del locale ufficio distrettuale per il consueto controllo delle poste attive e passive in essa esposte dal contribuente.
Sia nella denunzia dei redditi presentata nel 1971 sia in quella prodotta quest'anno, non figura il cespite immobiliare segnalalo nell'ultima parte della interrogazione.
Né, d'altra parte, dalle indagini eseguite tramite i dipendenti organi di polizia tributaria è risultato che il dottor Storti ed i componenti della sua famiglia siano intestatari di immobili nel comune di Cortina d'Ampezzo.
Qualora tale circostanza ed altre analoghe, suscettibili di rilievo ai fini fiscali, dovessero emergere nello svolgimento dell'azione accertatrice promossa dall'ufficio nel quadro della consueta, attività di controllo innanzi delineata, l'amministrazione non mancherà di adeguare la situazione reddituale del nominativo in questione alla sua reale capacità contributiva.
Si richiamano nel resto le notizie già fornite dall'amministrazione nel corso della seduta svoltasi alla Camera dei deputati il 12 marzo 1971, ricordando che per i periodi per i quali la denuncia non è stata prodotta si è proceduto d'ufficio alla effettuazione e relativa, notifica degli accertamenti necessari ai fini dell'imposta complementare, accertamene resisi poi definitivi per mancata impugnazione nei termini di legge.
Il Ministro: Valsecchi


 

Seduta del 13 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro dell'interno - Per sapere:
a) se sia a conoscenza del fatto che sui muri di tutta Italia sono stati affissi, da elementi appartenenti a gruppi extraparlamentari della sinistra italiana, manifesti raffiguranti l'impiccagione di piazzale Loreto;
b) se sia a conoscenza del fatto che l'unica variante, contenuta nel manifesto, è che le teste degli impiccati sono cambiate;
c) se sia a conoscenza del fatto che una di queste teste raffigura il Presidente del Senato onorevole Amintore Fanfani;
d) se ritenga l'iniziativa «forcaiola» consona ai princìpi di umanità, di giustizia, di democrazia che ispirerebbero la Repubblica italiana. (4-00229)

Risposta - Nel mese di dicembre 1972, per conto del gruppo extraparlamentare di sinistra "Lotta Continua", venne commissionato alla tipografia G. Caccari di Sesto San Giovanni (Milano) un manifesto, stampato in 17 mila esemplari, dal titolo: "Lotta Continua - No al fascismo - No alla repressione - Facciamo pagare le crisi ai padroni", in cui venivano raffigurati alcuni esponenti dell'ambiente politico ed economico del Paese appesi per i piedi ad una trave.
Il foglio in questione, stampato come inserto da. impaginare quale «supplemento al n. 17-18 di "Lotta Continua"», venne successivamente utilizzato anche come manifesto ed affisso, ad opera d'ignoti, in molte città italiane. Gli organi di polizia non hanno mancato di informare del fatto l'autorità giudiziaria.
Il Sottosegretario di Stato: Sarti


 

Seduta del 13 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Ai Ministri dell'interno, di grazia e giustizia e della pubblica istruzione - Per sapere se intendano aprire una rigorosa indagine, per accertare attraverso quali «sistemi» è stata autorizzata, e dal comune di Rosignano Marittimo (Livorno) e dalla sovrintendenza alle belle arti, la costruzione del complesso residenziale turistico per circa 100 appartamenti in località Chioma, frazione di Castiglioncello, distruggendo, nel modo più barbaro, un angolo paesaggistico di estrema bellezza.
Per sapere «dove» il fabbricato con 100 appartamenti, costruito sul bagnasciuga, scarica i suoi liquami. (4-00447)

Risposta - In data 30 agosto 1968 l'ufficio tecnico del comune di Rosignano Marittimo rilasciò alla Società immobiliare del Chioma di Firenze, la licenza edilizia n. 322/67 per la costruzione di un moderno complesso residenziale-turistico in località Chioma di Castiglioncello, sul litorale tra la ferrovia ed il mare su un'area dì metri quadrati 16.910, destinata dal piano regolatore generale del comune ad «attrezzature collettive».
Successivamente il comune fece modificare il progetto in modo da renderlo pienamente rispondente alle previsioni del piano regolatore.
In data 23 agosto 1968 il comune rilasciò il prescritto certificato di inizio lavori, tuttora in corso.
Successivamente alla società per azioni immobiliare del Chioma subentrò la società per azioni Lido del Chioma che si è impegnata a rispettare tutti i limiti previsti ed ha accettato le condizioni successive poste dal comune, soprattutto in sede di modifica del progetto originale.
La suddetta società per quanto attiene all'approvvigionamento idrico ed allo smaltimento dei rifiuti del complesso ha presentato due elaborati (ritenuti accettabili dagli uffici comunali sanitario e tecnico) che prevedono:
1) l'utilizzazione delle acque desalinizzate del pozzo esistente in loco, nonché la ricerca di sorgenti che possano assicurare la necessaria distribuzione ed eventualmente il concorso dell'acquedotto livornese per il quale il competente ufficio ha rilasciato dichiarazione attestante una certa disponibilità di acqua;
2) la depurazione dei liquami e la riutilizzazione delle acque di scolo.
Sul prò e contro l'edificazione di tale complesso è in atto da tempo una accesa polemica.
L'amministrazione comunale, da parte sua, ha fatto presente che:
3) non c'è stata alcuna superficialità nel concedere la licenza in questione;
4) sono state poste al riguardo numerose condizioni limitative, tutte finora rispettate;
5) il piano regolatore generale è stato rispettato nelle sue previsioni;
6) il complesso non ha ancora ottenuto il certificato di abitabilità, dato che non sono stati ancora completati gli impianti di desalinizzazione per l'acqua destinata all'approvvigionamento idrico e quelli di depurazione dei relativi liquami di scarico.
Sotto il profilo dell'aspetto paesistico, la sovrintendenza ai monumenti e gallerie di Pisa, competente per territorio, ha fatto presente che il tratto di costa in esame non è di particolare interesse,
Si tratta, infatti, di una insenatura priva di vegetazione, con un'ampia piattaforma di libero territorio risultato dagli sbancamenti che a suo tempo furono effettuati per il tracciato ferroviario.
Circa il progetto edilizio in questione, in data 28 luglio 1967, la citata sovrintendenza approvò un progetto di insediamento turistico balneare nella zona predetta.
Recentemente, ed esattamente il 5 gennaio 1971, ha approvato «limitatamente alla specifica competenza» (né poteva essere altrimenti in quanto a norma della legge 1947, articolo 16 del regolamento 3 giugno 1940, le autorizzazioni della sovrintendenza hanno un valore di 5 anni) un progetto di variante che, fermi restanti gli altri elementi, riduce notevolmente il volume originario eliminando uno dei tre corpi in cui si articolava il complesso.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Sarti


 

Seduta del 13 ottobre 1972

NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro dell'interno - Per sapere quali provvedimenti intenda prendere perché gli agenti della polizia ferroviaria (Polfer) non siano sottoposti ai turni massacranti di lavoro che, oggi, debbono sopportare. (4-01187)

Risposta - La particolare natura dell'attività di polizia, ivi compresa quella che si svolge nell'ambito ferroviario, non consente la concentrazione delle prestazioni lavorative in particolari periodi della giornata, dovendo esse necessariamente abbracciare tutto l'arco delle 24 ore. Di conseguenza, le singole unità devono nel loro impiego alternarsi in momenti diversi del giorno e della notte.
Ciò premesso, si precisa che, proprio al fine di rendere meno gravosi, compatibilmente con le suindicate esigenze, gli orari di lavoro del personale di polizia ferroviaria, sono stati da tempo introdotti turni che abbiano la più breve durata possibile, nel rispetto del limite delle 48 ore lavorative e della giornata di riposo settimanale; i turni lavorativi sono, infatti, di sei ore e sono intervallati da pause di riposo di 12 ore.
Il Sottosegretario di Stato: Sarti


 

Seduta dell'11 dicembre 1972

 

NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro dell'interno - Per sapere se esista una disposizione ministeriale, per cui le autorità di pubblica sicurezza periferiche debbono immediatamente comunicare al Viminale le caratteristiche politiche di coloro che si rendono responsabili di reati e ciò al fine di darne notizia nei comunicati stampa trasmessi dalla RAI-TV. (4-01966)

Risposta - Non esiste alcuna disposizione di questo Ministero che imponga alle autorità periferiche di pubblica sicurezza di comunicare alla stampa le caratteristiche politiche di coloro che si rendono responsabili di reati; né vengono redatti, in proposito, comunicati stampa per la RAI-TV.
Il Sottosegretario di Stato: Sarti

 


 

Seduta dell'11 dicembre 1972

 

NICCOLAI GIUSEPPE - Ai Ministri dei trasporti e dell'aviazione civile e dell'interno - Per sapere se sia esatto quanto pubblica un quotidiano romano, per cui la recente calata dei 40 mila a Reggio Calabria, è costata oltre un miliardo.
Per conoscere quali facilitazioni, e di che tipo, il Ministero dei trasporti abbia, concesso agli organizzatori della marcia su Reggio, in particolare le ferrovie dello Stato che, notoriamente, hanno passivi da capogiro. (4-02295)

Risposta - Ai partecipanti alla manifestazione sindacale svoltasi a Reggio Calabria sono stati applicati i prezzi previsti con carattere di generalità per tutti gli utenti delle ferrovie dello Stato dalle vigenti «Condizioni e tariffe per i trasporti delle persone sulle ferrovie dello Stato» per i viaggi delle comitive ordinarie in relazione alla quantità dei viaggiatori e alla lunghezza del percorso.
Il Ministro dei trasporti e dell'aviazione civile: Bozzi

 


 

Ringraziamo il ricercatore Andrea Biscàro - http://www.ricercando.info - e la Camera dei Deputati

per averci dato la possibilità di pubblicare queste interrogazioni