Interrogazioni con risposta scritta - Anno 1969
Seduta del 20 Gennaio 1969
NICCOLAI GIUSEPPE - Al Presidente
del Consiglio dei ministri - Per sapere se, per caso, si sia adoperato per
scongiurare la fucilazione, avvenuta a Belgrado il 2 novembre 1968, del giovane
Ivan Jelic di 24 anni, giustiziato (così radio Belgrado) per atti tendenti a
rovesciare il regime del maresciallo Tito.
Seduta del 29 Marzo 1969
NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro della difesa - Per sapere i motivi per cui la Contendifesa venne trasferita, anni fa, in uno stabile di via Cavour e da lì nuovamente trasferita; per conoscere altresì il nome del proprietario dello stabile di via Cavour in Roma. (4-04325)
Risposta - La direzione generale del contenzioso venne istituita nel quadro della riorganizzazione dei servizi del Ministero della difesa, prevista dal decreto del Presidente della Repubblica 18 novembre 1965, n. 1478. In seguito a tale riorganizzazione si rese necessario, fra l'altro, sistemare provvisoriamente gli uffici di detta direzione generale, in attesa della definitiva ridislocazione infrastrutturale degli organi centrali della difesa. A tale fine vennero presi in affitto i locali di via Cavour, limitando ad un solo anno la durata di validità del contratto ed escludendo l'eventualità di qualsiasi proroga. Alla scadenza, l'edificio venne restituito alla ditta proprietaria e Contendifesa venne sistemata, in via definitiva, nell'immobile demaniale di via San Francesco di Sales che, nel frattempo, era stato opportunamente restaurato. All'atto della stipula del cennato contratto, la ditta proprietaria dell'edificio di via Cavour era la società San Marco e San Roberto di Roma. Successivamente l'immobile venne acquistato dalla Cassa Nazionale Previdenza ed Assistenza Geometri.
Il Ministro: Gui
Seduta del 5 maggio 1969
NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro dei lavori pubblici - Per sapere i motivi per cui i lavori per la costruzione della scuola media di Gramolazzo (Lucca), iniziati nel 1966 con un impiego di denaro di oltre 30 milioni, da oltre un anno sono stati interrotti. (4-01278)
Risposta - I lavori per la costruzione della scuola media nella frazione Gramolazzo nei comune di Minucciano, iniziati il 6 aprile 1967, sono stati sospesi nel successivo mese di settembre, in quanto, in fase esecutiva, gli scavi di sbancamento hanno messo in luce una natura argillosa del terreno di sedime, tale da preoccupare l'amministrazione comunale. Questa ha richiesto, quindi, l'intervento di un geologo, il professor Nardi dell'università di Pisa, che, effettuati due sopralluoghi, ha espresso il parere che il terreno non è idoneo ai fini della costruzione dell'edificio. A detto parere si sono opposti i progettisti, che ritengono di poter utilizzare l'area con opportune opere di consolidamento. In considerazione di tali discordi pareri l'ufficio del genio civile di Lucca ha richiesto al provveditorato alle opere pubbliche di Firenze di interessare il Servizio geologico d'Italia, affinchè provvedesse ad un esame del terreno di sedime, al fine di ottenere utili indicazioni sul tipo più idoneo di fondazioni da adottare. Il suddetto provveditorato, dopo che da parte del comune di Minucciano è stato provveduto a formulare la richiesta, con apposita delibera della giunta comunale, ha interessato il Ministero dell'industria, commercio e artigianato -Servizio geologico d'Italia-ponendo in particolare evidenza l'urgente necessità del sopralluogo. Ogni ulteriore decisione è, pertanto, subordinata all'espletamento delle indagini da parte del summenzionato Servizio geologico.
Il Ministro: Mancini
Seduta del 5 maggio 1969
NICCOLAI GIUSEPPE - Ai Ministri dei lavori pubblici e dei trasporti e aviazione civile - Per sapere quando avranno inizio i lavori al ponte ferroviario sul fiume Era in Pontedera (Pisa), della linea Pisa-Firenze, la cui travata fu causa della tragica alluvione di Pontedera nel novembre 1966. (4-03241)
Risposta - II Ministero dei trasporti e dell'aviazione civile ha assicurato che il progetto relativo alla costruzione di un nuovo ponte in ferro sul fiume Era, con luce maggiorata ed ubicato a quota più alta di quello attuale, è stato già predisposto e che la relativa proposta di spesa è in corso di approvazione. È stato, inoltre, fatto presente che si conia di procedere al più presto all'aggiudicazione degli appalti, in modo da iniziare i lavori nella prossima primavera. Per quanto di competenza del Ministero dei lavori pubblici, si fa presente che, non appena il progetto sarà trasmesso all'ufficio del genio civile competente, quest'ultimo provvedere, ai lavori di sistemazione delle difese idrauliche del fiume Era, per i quali è stata stanziata la somma di lire 50 milioni.
Il Ministro dei lavori pubblici: Mancini
Seduta del 5 maggio 1969
NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro dell'interno - Per sapere se sia a conoscenza che il comune di Pisa è stato il 10 febbraio 1969 «occupato» da aderenti al movimento cosiddetto studentesco che, preso a pretesto il doloroso caso di famiglie di senza tetto, hanno bivaccato con fiaschi di vino, panini imbottiti e punch, per una intera giornata, nella sala delle riunioni della giunta comunale. Per sapere se sia esatto che i protagonisti di questa vicenda sono gli stessi che, nella nuova dimora assegnata ai senza tetto, cioè nell'ex-albergo Marzotto, hanno dato vita, per festeggiare l'impresa dell'occupazione del comune (amministrato da comunisti e socialisti), ad una notte... altamente allegra, tanto che un «attivista» del movimento studentesco non ha tanto gradito che la propria consorte, secondo la tesi antiborghese del movimento, fosse posta a disposizione della comunità. Per sapere se sia a conoscenza che, con l'appoggio dell'amministrazione comunale, si vorrebbero affidare ai protagonisti di questi episodi i «doposcuola». (4-04669)
Risposta - II 10 febbraio 1969 a Pisa, alcune famiglie senza tetto, recatesi nel palazzo municipale, unitamente ad alcuni elementi del «potere operaio», per sollecitare una migliore e definitiva sistemazione alloggiativa, furono ricevute dal sindaco. Non essendo rimasti sodisfatti dal colloquio i manifestanti decisero di rimanere nella sala consiliare in segno di protesta, allontanandosene solo dopo lunga opera di persuasione da parte degli amministratori comunali. Nella notte sul 12 febbraio, inoltre, alcune famiglie prive di conveniente sistemazione alloggiativa, occuparono abusivamente un albergo della società Marzotto, da alcuni mesi inattivo. Non si esclude che tra gli occupanti si trovassero anche alcuni elementi che due giorni prima avevano partecipato all'occupazione della sala consiliare. Non risulta, però, che nella circostanza si sia dato luogo a manifestazioni poco edificanti dal punto di vista morale. Si esclude, per altro, che siano stati affidati incarichi di «doposcuola» ad alcuni degli studenti che hanno preso parte ai fatti sopra citati. Il Ministro: Restivo
Seduta del 5 maggio 1969
NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro dell'interno - Per sapere se sia esatto che le pensioni rilasciate ai «perseguitati politici» sono rilasciate in base alla documentazione contenuta nei fascicoli dell'OVRA, custoditi nella sezione III della divisione affari riservati del Ministero dell'interno. (4-04775)
Risposta - Alle provvidenze a favore dei perseguitati politici antifascisti o razziali e dei loro familiari superstiti, di cui alla legge 10 marzo 1955, n. 96, provvede il Ministero del tesoro, previo esame da parte di una apposita commissione, presieduta da un magistrato, istituita presso il suddetto Ministero. Per poter decidere sulle istanze presentate, il Ministero del tesoro richiede a questa amministrazione la necessaria documentazione sull'attività antifascista svolta e sulle persecuzioni politiche razziali subite durante il regime fascista. La divisione affari riservati di questo Ministero provvede alla raccolta delle notizie richieste tramite i dipendenti organi periferici competenti per territorio, che estendono gli accertamenti presso i registri matricolari delle carceri giudiziarie e presso i comuni, già sedi di confino, indicati dagli stessi interessati. Qualora le risultanze di tali accertamenti si rivelino insufficienti, si provvede alla consultazione dei fascicoli di «confinato politico», già in dotazione al soppresso casellario politico centrale ed attualmente depositati nell'archivio di Stato, cui furono a suo tempo versati da questo Ministero.
Il Ministro: Restivo
Seduta del 5 maggio 1969
NICCOLAI GIUSEPPE - Ai Ministri dell'industria, commercio e artigianato, del lavoro e previdenza sociale e del bilancio e programmazione economica - Per sapere se siano a conoscenza di quanto pubblicato da una agenzia di stampa ("Osservatore politica internazionale") che ha scritto: «la cosiddetta operazione Pirelli tendente a pubblicizzare al massimo l'attività e la condotta di gestione della grande industria milanese dei pneumatici, nasconde in effetti una operazione politica alla quale sono interessati autorevoli gruppi socialisti. In particolare l'operazione avrebbe lo scopo di creare una più solida base nel settore industriale privato alle posizioni soprattutto del ministro Mancini, e, secondariamente, del Vicepresidente De Martino»; se, in ordine a tale notizia, abbiano a dare ulteriori informazioni. (4-05310)
Risposta - La notizia di che trattasi è destituita di fondamento.
Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato: Tanassi
Seduta del 30 maggio 1969
NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro dell'interno - Per conoscere se sia possibile svelare il mistero che da tempo, turba i pisani per cui «squadre di pennellatori», non solo deturpano con vernice indelebile intere zone della città, le più centrali, come piazza dei Cavalieri e piazza del Duomo, ma anche aule e uffici dell'università, perfino delle scuole elementari, e possono fare questo lungo ed estenuante servizio nella più completa libertà senza che alcuno se ne accorga o tenti di impedirlo. Si è così deturpata piazza del Duomo, la chiesa mirabile della Spina, la facciata della Scuola normale, il museo di San Matteo, tutta piazza dei Cavalieri. Per sapere se sia esatto che l'Opera dei Duomo, telefonando alla questura l'avvenimento dei pennellatori, ha avuto risposta evasiva. Per sapere se sia esatto che tale risposta evasiva è stata data al sindaco della città e al sovrintendente dei monumenti. Per sapere se sia esatto che, durante lo sciopero indetto per i fatti di Battipaglia, le forze di polizia sono state tenute «chiuse» in caserma, non solo, ma un corteo di scioperanti, scortato dai vigili urbani che sono pronti a testimoniare quanto si afferma, è passato davanti alla caserma al grido di «assassini», «sbirri», «delinquenti». Per sapere se l'assenza, sempre più vistosa della polizia in Pisa nei suoi compiti di istituto, debba attribuirsi a disposizioni centrali o a indirizzi locali. (4-05319)
Risposta - Premesso che altre città, oltre Pisa, sono state interessate, specie dopo i noti eventi di Battipaglia, dalla incivile azione dimostrativa attuata mediante la deturpazione di edifici, strade e monumenti, con scritte tracciate con vernice indelebile, risulta priva di fondamento l'asserzione secondo la quale a Pisa la polizia sia rimasta insensibile e inattiva di fronte a tale fenomeno; il che è comprovato dalla circostanza che sono tuttora pendenti presso quella autorità giudiziaria ben 11 procedimenti penali a carico dei responsabili per il reato contravvenzionale, punito dall'articolo 113, quinto comma, del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Altrettanto infondata è l'affermazione secondo la quale le forze di polizia non sarebbero intervenute e sarebbero rimaste chiuse in caserma in occasione della manifestazione di sciopero generale, organizzata in quella città dopo i fatti di Battipaglia. È documentato, infatti, nelle apposite ordinanze di servizio emesse nella circostanza, che le forze di polizia sono state impiegate normalmente secondo le necessità e le esigenze di tutela dell'ordine pubblico e per la prevenzione e repressione di eventuali reati. Per quanto concerne il segnalato corteo dei dimostranti, si deve precisare che esso è stato seguito e controllato durante tutto il percorso da agenti della squadra politica e della mobile della locale questura alle dirette dipendenze del commissario capo di pubblica sicurezza preposto al servizio di tutta la manifestazione; numerose pattuglie, poi, agli ordini di altri funzionari hanno presidiato e sorvegliato uffici, sedi di partiti, di enti ed aziende varie che avrebbero potuto costituire obiettivo di eventuali azioni di disturbo. Circa, infine, l'impiego dei vigili urbani durante la citata manifestazione di sciopero, e precisamente a scorta del corteo dei manifestanti, si precisa che l'impiego di detti vigili ha affiancato l'opera della polizia e che tale servizio deve ritenersi legittimo ed opportuno sia perché, come è noto, i vigili urbani rivestono la qualifica di agenti di pubblica sicurezza, sia perché la manifestazione stessa, estrinsecatasi con comizio e corteo, ha richiesto una particolare attività di vigilanza e regolazione del traffico nelle principali vie cittadine percorse dai dimostranti.
Il Ministro: Restivo
Seduta del 30 maggio 1969
NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato - Per sapere i motivi per i quali si è abolito l'Istituto nazionale per l'esame delle invenzioni (INEI), abbandonando ad un amaro destino tutti gli inventori, in particolare quelli di umili condizioni, così come, purtroppo, testimonia la vita del commendator Nello Da Caprile di Viareggio (Lucca). (4-05515)
Risposta - Con decreto legislativo luogotenenziale 1° marzo 1945, n. 85, l'INEI venne, nel quadro del riordinamento dei vari enti e servizi dipendenti dal Consiglio nazionale delle ricerche, trasferito alle dipendenze del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato. Dalla data del trasferimento l'istituto non usufruì più dei contributi fino allora ricevuti da enti e organismi vari. In conseguenza, dal 1945 fino al 1966, l'istituto non ha potuto fare altro che ridurre gradualmente la sua attività, in quanto i 3 milioni disponibili sul bilancio del Ministero dell'industria per le spese di funzionamento, non erano sufficienti neanche al pagamento del personale occupato. Non essendo stato possibile trovare un sistema di finanziamento adeguato, con legge 12 ottobre 1966, n. 842, l'INEI è stato soppresso.
Il Ministro: Tanassi
Seduta del 22 Luglio 1969
NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro dell'interno - Per sapere se sia esatto che la prefettura di Livorno ha denunciato all'autorità giudiziaria gli amministratori e un dipendente del comune di Capoliveri (Livorno) per i seguenti addebiti: Uso... allegro dei buoni di benzina. Falso materiale per acquisto di carta igienica. Falso ideologico, per avere affidato lavori ad una ditta, quando detti lavori erano stati compiuti da tempo. Mancata denunzia all'autorità giudiziaria dei contravventori alla legge urbanistica. Falso in atto pubblico. (4-06504)
Risposta - In data 27 maggio 1969, il prefetto di Livorno ha rimesso all'autorità giudiziaria copia della relazione ispettiva redatta da un funzionario della stessa prefettura a seguito di inchiesta svolta sull'attività dell'amministrazione comunale di Capoliveri, essendo emersi, dall'indagine di che trattasi, elementi di reato. Tanto si comunica anche a scioglimento della riserva espressa all'interrogante con nota n. 666/748/2 dell'11 aprile 1969.
Il Ministro: Restivo
Seduta del 23 Settembre 1969
NICCOLAI GIUSEPPE - Ai Ministri della difesa e dell'interno - Per sapere se i tristi episodi di La Spezia, retaggio di un tempo che credevamo ormai superato, che hanno visto soldati e marinai vilipesi e aggrediti, solo e in quanto portatori di una «divisa», da «contestatori» che, in Russia e in Cina, verrebbero, come minimo, inviati nei campi di lavoro se solo si azzardassero ad insultare il «soldato», abbiano avuto origine perché le autorità di governo centrali e periferiche, da tempo avvertite di quanto avveniva ai danni dei marinai, rinverdendo le direttive del 1919, avrebbero dato ordine ai militari, specie quelli di leva, di «sopportare», come se la divisa dei marinai fosse di per sé motivo... legittimo delle bestiali provocazioni che si sono scatenate, come sempre in questi casi a vantaggio di interessi stranieri; se tutto ciò sia la conseguenza logica del linciaggio morale a cui sono sottoposte, da tempo, e in particolare dalla classe politica, le forze armate della Repubblica italiana. (4-05205)
Risposta - Gli episodi cui si riferisce l'interrogante, che non risulta abbiano avuto un movente politico, trassero origine dall'atteggiamento provocatorio ed aggressivo di un gruppo di giovani, già identificati e segnalati all'autorità giudiziaria ai fini dell'esame della loro posizione sotto il profilo delle responsabilità penali, nei confronti di alcuni marinai. È priva di fondamento la notizia-secondo la quale le autorità di governo centrali e periferiche avrebbero impartito ai militari, ed in particolare a quelli di leva, l'ordine di «sopportare» eventuali provocazioni da parte di elementi civili contestatori. A riprova di ciò sta il comportamento fermo e dignitoso tenuto dai marinai in occasione degli episodi anzidetti. D'altra parte, il regolamento di disciplina, che costituisce il codice morale dei militari ed al quale si ispira l'azione di comando a tutti i livelli, detta già, agli articoli 8 e 23, le norme di contegno che i militari stessi devono osservare in circostanze del genere ai fini della salvaguardia del prestigio e del decoro dell'uniforme.
Il Ministro della difesa: Gui
Seduta del 23 Settembre 1969
NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro della pubblica istruzione - Per sapere se sia a conoscenza del perdurare del grave problema degli insegnanti elementari di ruolo normale titolari in una provincia, la cui famiglia risiede stabilmente in un'altra. Di tale problema l'interrogante si è già interessato con la interrogazione n. 3-00636, del 13 novembre 1968 alla quale per altro non è mai stata data risposta. Per sapere come mai, dopo che da parte della categoria interessata, sia direttamente che attraverso sindacati, associazioni e comitati autonomi di agitazione, il problema era stato indicato nei suoi termini tecnici agli organi competenti del ministero; l'amministrazione non ha ritenuto far di meglio che emettere la solita ordinanza senza alcuna variazione positiva, ma anzi peggiorata dall'incredibile ripristino del punteggio a favore di coniugi di dipendenti statali nel quale unanimemente si è visto da sempre un trattamento di disparità fra cittadini incompatibile con la Costituzione, e che proprio per tale carattere di incostituzionalità si era riusciti -con incessanti proteste- a far eliminare dalle ordinanze degli ultimi due anni. Per sapere in definitiva che cosa giustifichi ancora la mancanza dì volontà dell'amministrazione o del ministero di risolvere il problema, di affrontare il quesito se la legge del 25 luglio 1966, n. 574, sia ancora giustificabile, di risolvere almeno i veri casi di necessità conseguenti ad un trasferimento della famiglia dell'insegnante avvenuto dopo il concorso di ammissione in ruolo. Per sapere se per rimediare almeno in parte alla situazione non si ritenga opportuno riconoscere, nell'ordinanza delle assegnazioni provvisorie di sede, il punteggio per il servizio prestato, e non si ritenga con speciale ordinanza introdurre delle modifiche alle norme sui trasferimenti, ammettendo il principio dello scambio di posto anche fra non coniugi, allo scopo di sbloccare la situazione, che, a titolo di esempio, vede in provincia di Livorno, su 55 posti disponibili nei comuni non capoluogo di provincia, ben 43 accantonati per insegnanti del ruolo soprannumero, ecc, e solo 3 (tre) per gli insegnanti titolari in altra provincia che chiedono il trasferimento, il cui numeri si è lasciato dilatare fino al centinaio. (4-05243)
Risposta - Con l'attribuzione di un punteggio aggiuntivo, invero non determinante, ai fini dei trasferimenti e delle assegnazioni provvisorie dei maestri elementari, si è voluto contribuire alle riunioni di nuclei familiari con evidenti riflessi favorevoli sul servizio che i dipendenti, una volta riuniti, potranno prestare più efficacemente, senza la fondamentale preoccupazione della lontananza dell'altro coniuge. Per il secondo rilievo formulato dall'interrogante e concernente la legge del 25 luglio 1966, n. 574, saranno gradite precisazioni circa gli inconvenienti cui l'interrogante intende riferirsi. Si fa presente, poi, che non è possibile prevedere, ai fini delle assegnazioni provvisorie di insegnanti elementari la attribuzione dei punti relativi al servizio, dal momento che le assegnazioni provvisorie sono previste appunto per venire incontro alle esigenze degli insegnanti i quali, non avendo potuto ottenere il trasferimento, hanno la necessità di riunire il proprio nucleo familiare; in tale sede, pertanto, devono essere previsti e valutati soltanto i motivi che attengono alle predette esigenze. Si precisa, infine, che d'intesa con le organizzazioni sindacali verrà posto allo studio la possibilità di consentire in avvenire i trasferimenti su basi compensative.
Il Ministro: Ferrari-Aggradi
Seduta del 10 Novembre 1969
NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale - Per conoscere con quali criteri sono stati esaminati i compiti del concorso a 121 posti di vicesegretario in prova nel ruolo della carriera di concetto del personale degli uffici del lavoro e della massima occupazione, indetto con decreto ministeriale 5 maggio 1967, e se sia esatto che per la partecipazione al sopraccitato concorso era necessario soltanto un diploma di scuola media superiore, mentre più del 50 per cento dei partecipanti erano laureati e universitari e che dalle prove scritte di diritto amministrativo e legislazione sociale, sono stati valutati negativamente proprio i laureati e gli universitari. Per sapere se sia a conoscenza del fatto che alcuni candidati non presentatisi alle prove scritte, fra questi il perito industriale Silvano Martinelli di Lucca, sì sono visti recapitare la comunicazione ministeriale (fra l'altro raccomandata tassata a carico) che nelle prove scritte (non sostenute) non hanno raggiunto la media di almeno sette decimi e non meno di sei decimi in ciascuna delle due prove. (4-07192)
Risposta - Si informa che gli elaborati relativi alle prove scritte del concorso a 121 posti di vicesegretario sono stati corretti collegialmente dalle sottocommissioni esaminatrici, nominate con decreto ministeriale 5 aprile 1968, presiedute da un unico presidente, funzionario di questa Amministrazione con qualifica di ispettore generale e composte, ciascuna, di altri quattro membri, due dei quali professori di materie sulle quali vertono le prove di esame, due funzionari dell'Amministrazione con qualifica non inferiore a direttore di sezione e da un segretario con qualifica non inferiore a consigliere di seconda classe. Tali elaborati, al momento della correzione, erano anonimi, essendo state rigorosamente applicate le disposizioni di cui all'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 3 maggio 1957, n. 686, secondo le quali il nome, il cognome, la data ed il luogo di nascita di ogni candidato debbono essere scritti dal candidato stesso su un cartoncino che viene chiuso in apposita busta la cui apertura, necessaria per il riconoscimento, avviene dopo che tutti i lavori dei concorrenti sono stati esaminati e giudicati con l'attribuzione del relativo voto. La regolarità e la legittimità di tale procedimento sono state, del resto, riconosciute dagli organi di controllo, che hanno già provveduto alla registrazione della graduatoria di merito. Per quanto concerne la partecipazione al concorso di laureati o universitari si fa presente che nessuna norma vieta l'ammissione di concorrenti in possesso di titolo di studio superiore a quello richiesto dal bando di concorso e che non è possibile determinare la percentuale di essi in quanto non tutti i laureati ed universitari pongono in evidenza tale circostanza nella domanda di ammissione. In ogni caso i componenti delle commissioni esaminatrici dispongono solo di un elenco dei candidati ammessi alle prove di esame con la indicazione delle sole generalità. In relazione, infine, all'ultimo punto della interrogazione, risulta dagli atti del Ministero che la comunicazione fatta al perito industriale signor Silvano Martinelli, è dovuta ad un involontario errore materiale determinato da un caso di omonimia.
Il Ministro: Donat-Cattin
Seduta del 10 Novembre 1969
NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro della difesa - Per sapere se risponda a verità il fatto che è stata proibita qualsiasi fornitura di armi allo Stato di Israele; per sapere se sia esatto che una importante ditta italiana ha fornito aerei da combattimento all'Arabia Saudita. (4-07387)
Risposta - Premesso che, in materia di esportazione di materiali di armamento, la Difesa interviene solo con un parere sugli aspetti tecnico-militari, non si è a conoscenza della fornitura di che trattasi.
Il Ministro: Gui
Seduta del 10 Novembre 1969
NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro della difesa - Per sapere se sia esatto che sul suo tavolo giace, da tempo, la richiesta, giusta e sacrosanta, dell'ammiraglio Marenco per l'autorizzazione a costituire il sindacato fra gli ufficiali di marina. (4-07501)
Risposta - La richiesta di che trattasi non è stata accolta in quanto l'attività sindacale appare incompatibile con i doveri propri dei militari.
Il Ministro: Gui
Seduta del 10 Novembre 1969
NICCOLAI GIUSEPPE - Al Ministro dell'interno - Per conoscere i motivi per cui il trasferimento dei segretari di polizia alle prefetture, deciso con la legge 20 dicembre 1966, dopo aver arrecato danno al funzionamento amministrativo delle locali questure, non ha ancora portato ad attribuire a detto personale specifiche funzioni; per sapere se sia a conoscenza del fatto che detti segretari, in specie quelli appartenenti ai commissariati di polizia distaccati, sono stati costretti, con loro grave danno economico e morale, a trasferimenti forzati. Per sapere se sia previsto un loro ritorno negli uffici di provenienza, o comunque cosa intenda fare l'Amministrazione in relazione alla loro definitiva sistemazione. (4-07875)
Risposta - Com'è noto, l'articolo 15 della legge 20 dicembre 1966, n. 1116, recante «modifiche agli ordinamenti del personale della pubblica sicurezza», dispone che gli appartenenti al ruolo dei segretari di polizia, trasferito all'amministrazione civile dell'interno presso il quale ha assunto la denominazione di ruolo della carriera di concetto amministrativa, passino progressivamente, entro il termine massimo di cinque anni, dagli uffici periferici della pubblica sicurezza, alle prefetture ed agli uffici centrali del Ministero. A distanza di due anni dalla entrata in vigore della predetta legge, tale passaggio è già avvenuto per una elevata percentuale del personale interessato. Per quanto concerne le funzioni inerenti all'istituito ruolo della carriera di concetto amministrativa, l'articolo 5 della legge 20 dicembre 1966, n. 1116, ha richiamato espressamente l'articolo 172 del decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3, il quale recita testualmente: «II personale delle carriere di concetto addetto agli uffici dell'Amministrazione centrale e periferica svolge i compiti di carattere amministrativo, contabile e tecnico previsti dai singoli ordinamenti e provvede agli adempimenti che ad esso vengono affidati. Nell'espletamento dei propri compiti ha la responsabilità della corretta applicazione delle leggi e dei regolamenti». Il personale già appartenente al soppresso ruolo dei segretari di polizia, una volta trasferito alle prefetture o agli uffici centrali di questo Ministero è stato, pertanto, assegnato ai compiti amministrativi che rientrano nelle attribuzioni dei singoli uffici. Il trasferimento degli impiegati di che trattasi dagli uffici dell'amministrazione della pubblica sicurezza agli uffici dell'amministrazione civile dell'interno è obbligatorio ai sensi dell'articolo 15 della legge 20, dicembre 1966, n. 1116, che ha assegnato, al riguardo, un termine di cinque anni. Nei trasferimenti fino ad oggi effettuati, è stato ampiamente tenuto conto delle esigenze degli interessati. Solo in rari casi, e quasi sempre su richiesta degli interessati stessi, il personale appartenente alla ex-carriera dei segretari di polizia è stato trasferito in province diverse da quelle ove in precedenza prestava servizio. Quanto al ritorno degli impiegati in questione agli uffici di provenienza, è da rilevare che l'articolo 15 della legge 20 dicembre 1966, n. 1116, fa espresso divieto di reimpiegare detti dipendenti presso gli uffici periferici di pubblica sicurezza.
Il Ministro: Restivo |
Ringraziamo il ricercatore Andrea Biscàro - http://www.ricercando.info - e la Camera dei Deputati
per averci dato la possibilità di pubblicare queste interrogazioni