PRESIDENTE. L'onorevole Giuseppe Niccolai ha facoltà di dichiarare se sia
soddisfatto.
NICCOLAI GIUSEPPE. È possibile,
onorevole sottosegretario, tentare brevemente, in ordine alla tragica vicenda
che stiamo discutendo, di stabilire alcuni punti fermi? Già gli onorevoli
colleghi che mi hanno preceduto li hanno indicati. Perché si combatte nel
Biafra? Perché un'intera popolazione, già decimata, rischia lo sterminio? Perché
nel Biafra è localizzato il petrolio della Shell-BP. La Nigeria ha prodotto nel
1966 20 milioni di tonnellate di petrolio, di cui ben 17 estratte nel Biafra.
Chi fornisce armi alla giunta dei colonnelli di Lagos? In primo luogo il governo
britannico, poi quello sovietico, quindi quello egiziano. Il "Times" ha scritto
che la Francia, alimentando le speranze di riconoscimento e di aiuto del Biafra,
rende più difficile l'opera di pacificazione. Il risultato -continua sempre il "Times"-
potrebbe essere spaventoso. Questo comporta che l'Inghilterra, fornendo armi
alla giunta dei colonnelli di Lagos, «facilita» l'opera di pacificazione. Presto
detto: quando la popolazione Ibo sarà tutta massacrata, grazie alle armi
inglesi, la pacificazione sarà raggiunta. Perciò, per l'imperiale governo di sua
maestà britannica, retto dal laburismo, è giusto che 3 mila fra donne e bambini
muoiano ogni giorno. Per questa pacificazione evidentemente le armi inglesi,
sovietiche ed egiziane lavorano alacremente.
Dinanzi a questa situazione -ecco il punto- drammatica e nella quale occorre
agire con rapidità, perché il massacro è di tutti i giorni, il Governo italiano
che fa? Si ispira ad un «doveroso realismo», alla prudenza (lasciamo gli
africani cuocere nel loro brodo), sistema tutti i problemi di coscienza e si
consola nell'inviare qualche scatola di latte condensato e un po' di cioccolato
alla Croce Rossa internazionale. Noi inviamo cioccolato per non interferire
negli affari altrui, onorevole sottosegretario. E sovietici, inglesi, egiziani
mandano pallottole e mitra. Tutto sotto l'occhio attento, vigile e ipocrita di
quel birmano, segretario generale dell'ONU.
E dove sono andate a finire le varie internazionali socialiste? Noi ci
ricordiamo che l'onorevole Cariglia ispezionò la Grecia dei colonnelli; perché
non va un po' a vedere che cosa stanno facendo i colonnelli di Lagos? È una
danza macabra. E se il socialismo britannico a questa danza macabra partecipa
alla sua maniera, cioè con i cannoni, e il comunismo sovietico con i fucili
mitragliatori (poi vi è Nasser che invia apparecchi ed esperti), noi alla danza
macabra come partecipiamo? Vi partecipiamo con l'equidistanza, con il non
scegliere, con la prudenza, con il latte e la cioccolata, cioè con il bagaglio
delle nostre armi migliori e (onorevole sottosegretario, mi scusi la durezza di
questo linguaggio) con l'ipocrisia. E su questo terreno siamo insuperati, siamo
diventati un paese levantino, eccellentemente levantino.
E poi molte lacrime. Ecco l'essenza della nostra politica estera: una lacrima
per il Biafra, una per Praga e una per Oriana Fallaci. È il nostro tanto
decantato realismo, la nostra saggezza, reggicoda anche in questa occasione
della Shell e della BP, anche se nemmeno una spruzzatina di petrolio ci può
arrivare.
Il senatore Togni al Senato ha detto che «nel Biafra, in pochi mesi, sono state
uccise più persone che in sette anni di guerra nel Vietnam». Artefici: i
colonnelli del generale Gowon, questa specie di scimpanzè inferocito.
E il Governo? E la democrazia cristiana? Hanno altro da pensare. Quando si
tratta di colonnelli da azzannare i preferiti sono quelli greci, anche se sono
andati al potere senza spargere una stilla di sangue. Questo è un delitto per la
democrazia italiana.
Mobilitare massicciamente, dico massicciamente e lo sottolineo, l'opinione
pubblica mondiale? Minacciare l'Inghilterra di toglierle l'appoggio morale per
la sua entrata nel MEC, se non pone fine al massacro? Non sia mai detto. Chi osa
toccare l'Inghilterra? Ci troveremmo addosso l'onorevole La Malfa, subito.
Muoiano pure gli Ibo: l'Inghilterra e il suo petrolio devono vivere!
Signor ministro, come possiamo in queste condizioni essere soddisfati? Ci
sentiamo addosso, per tutto il corpo, l'unto dei piccoli «distinguo», delle
ipocrisie, dei gesti a metà, delle finte solidarietà.
Ce ne duole, dobbiamo dire di no, perché se gli altri sono complici dei
massacratori perché forniscono loro armi, altri sono altrettanto complici perché
sanno e stanno a guardare per paura dei potenti, dei vari don Rodrigo
internazionali, più feroci indubbiamente degli stessi colonnelli di Lagos.