Guerra civile in Biafra
(intervento alla Camera dei Deputati l'8 ottobre 1968)

 

PRESIDENTE. L'onorevole Giuseppe Niccolai ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto.


NICCOLAI GIUSEPPE. È possibile, onorevole sottosegretario, tentare brevemente, in ordine alla tragica vicenda che stiamo discutendo, di stabilire alcuni punti fermi? Già gli onorevoli colleghi che mi hanno preceduto li hanno indicati. Perché si combatte nel Biafra? Perché un'intera popolazione, già decimata, rischia lo sterminio? Perché nel Biafra è localizzato il petrolio della Shell-BP. La Nigeria ha prodotto nel 1966 20 milioni di tonnellate di petrolio, di cui ben 17 estratte nel Biafra.
Chi fornisce armi alla giunta dei colonnelli di Lagos? In primo luogo il governo britannico, poi quello sovietico, quindi quello egiziano. Il "Times" ha scritto che la Francia, alimentando le speranze di riconoscimento e di aiuto del Biafra, rende più difficile l'opera di pacificazione. Il risultato -continua sempre il "Times"- potrebbe essere spaventoso. Questo comporta che l'Inghilterra, fornendo armi alla giunta dei colonnelli di Lagos, «facilita» l'opera di pacificazione. Presto detto: quando la popolazione Ibo sarà tutta massacrata, grazie alle armi inglesi, la pacificazione sarà raggiunta. Perciò, per l'imperiale governo di sua maestà britannica, retto dal laburismo, è giusto che 3 mila fra donne e bambini muoiano ogni giorno. Per questa pacificazione evidentemente le armi inglesi, sovietiche ed egiziane lavorano alacremente.
Dinanzi a questa situazione -ecco il punto- drammatica e nella quale occorre agire con rapidità, perché il massacro è di tutti i giorni, il Governo italiano che fa? Si ispira ad un «doveroso realismo», alla prudenza (lasciamo gli africani cuocere nel loro brodo), sistema tutti i problemi di coscienza e si consola nell'inviare qualche scatola di latte condensato e un po' di cioccolato alla Croce Rossa internazionale. Noi inviamo cioccolato per non interferire negli affari altrui, onorevole sottosegretario. E sovietici, inglesi, egiziani mandano pallottole e mitra. Tutto sotto l'occhio attento, vigile e ipocrita di quel birmano, segretario generale dell'ONU.
E dove sono andate a finire le varie internazionali socialiste? Noi ci ricordiamo che l'onorevole Cariglia ispezionò la Grecia dei colonnelli; perché non va un po' a vedere che cosa stanno facendo i colonnelli di Lagos? È una danza macabra. E se il socialismo britannico a questa danza macabra partecipa alla sua maniera, cioè con i cannoni, e il comunismo sovietico con i fucili mitragliatori (poi vi è Nasser che invia apparecchi ed esperti), noi alla danza macabra come partecipiamo? Vi partecipiamo con l'equidistanza, con il non scegliere, con la prudenza, con il latte e la cioccolata, cioè con il bagaglio delle nostre armi migliori e (onorevole sottosegretario, mi scusi la durezza di questo linguaggio) con l'ipocrisia. E su questo terreno siamo insuperati, siamo diventati un paese levantino, eccellentemente levantino.
E poi molte lacrime. Ecco l'essenza della nostra politica estera: una lacrima per il Biafra, una per Praga e una per Oriana Fallaci. È il nostro tanto decantato realismo, la nostra saggezza, reggicoda anche in questa occasione della Shell e della BP, anche se nemmeno una spruzzatina di petrolio ci può arrivare.
Il senatore Togni al Senato ha detto che «nel Biafra, in pochi mesi, sono state uccise più persone che in sette anni di guerra nel Vietnam». Artefici: i colonnelli del generale Gowon, questa specie di scimpanzè inferocito.
E il Governo? E la democrazia cristiana? Hanno altro da pensare. Quando si tratta di colonnelli da azzannare i preferiti sono quelli greci, anche se sono andati al potere senza spargere una stilla di sangue. Questo è un delitto per la democrazia italiana.
Mobilitare massicciamente, dico massicciamente e lo sottolineo, l'opinione pubblica mondiale? Minacciare l'Inghilterra di toglierle l'appoggio morale per la sua entrata nel MEC, se non pone fine al massacro? Non sia mai detto. Chi osa toccare l'Inghilterra? Ci troveremmo addosso l'onorevole La Malfa, subito. Muoiano pure gli Ibo: l'Inghilterra e il suo petrolio devono vivere!
Signor ministro, come possiamo in queste condizioni essere soddisfati? Ci sentiamo addosso, per tutto il corpo, l'unto dei piccoli «distinguo», delle ipocrisie, dei gesti a metà, delle finte solidarietà.
Ce ne duole, dobbiamo dire di no, perché se gli altri sono complici dei massacratori perché forniscono loro armi, altri sono altrettanto complici perché sanno e stanno a guardare per paura dei potenti, dei vari don Rodrigo internazionali, più feroci indubbiamente degli stessi colonnelli di Lagos.

Beppe Niccolai

Ringraziamo il ricercatore Andrea Biscàro - http://www.ricercando.info - e la Camera dei Deputati

per averci dato la possibilità di pubblicare questo Intervento

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