DOCUMENTI
"Proposta", Anno II n° 5-6, settembre - dicembre 1987 Conclusioni del convegno tenuto a Roma il 24-25 ottobre 1987 in preparazione del Congresso di Sorrento ("Proposta Italia", "Andare oltre" e Destra italiana"). Facciamo appello all'intelligenza del partito Beppe Niccolai Ciascuno deve svolgere in questa delicata e decisiva fase un ruolo preciso. Credo che il mio, in particolare, sia quello di limitare al massimo interventi e prese di posizione, dopo un lungo periodo in cui ritenevo al contrario valido ed utile parlare e dissentire quando necessario. Cioè molto spesso. Molto si è parlato in queste due belle giornate di convegno di «referente» da ricercare o da recuperare per il MSI. Ritengo che esso vada individuato con sicurezza nel fascismo che si fa carne e sangue, un «referente» da contrapporre alla sterile gara cui partecipa chi ritiene tutto risolvibile nell'infilarsi una camicia nera ed urlare più forte degli altri. Il richiamo per noi non può che essere alla RSI, il cui «mondo» gioca se stesso nel sogno di una realtà di vera rottura delle barriere, di superamento di ogni limite, Davvero, è il caso di dire, al di là della destra e della sinistra. Lo Stato che immaginiamo sarà in grado di garantire a tutti un destino. La Comunità ideale, segnata e percorsa da ideologie e da passioni, maturerà nella sofferta ricerca di una terza via di sintesi. Più in generale, nella nostra necessità di rileggere la storia, la massima attenzione va prestata al fascismo della fronda e dell'eresia, che mirava proprio a ricucire le fratture e a superare ogni divisione, oltrepassando le antitesi dopo aver creato le sintesi. Nella nostra mozione «Proposta Italia» è forte l'appello all'intelligenza dei partito, alla quale facciamo riferimento e sulla quale fondiamo la nostra speranza. Qualcuno ha parlato della evidente crisi del comunismo. È un'analisi che mi trova consenziente. Ma va aggiunto che, laddove il comunismo è riuscito ad affermarsi, la vittoria che ha ottenuto è motivata da una forte adesione ai singoli valori nazionali. In Cina come in URSS e a Cuba, per fare degli esempi, proprio la forte carica «nazionale», di cui il comunismo si è impadronito, ha consentito l'affermazione e la tenuta storica delle forze al potere in termini di consenso popolare dopo le rivoluzioni. Torniamo all'eresia, senza andare troppo lontano. Almirante che rende omaggio alla salma di Berlinguer è «eretico», nel suo rispettoso saluto ad «un uomo giusto che credeva in ciò che faceva». Ma a questo gesto non ha fatto seguito una politica coerente. Cos'è importante fare del nostro partito? Trasformarlo in un pezzo di società che operi per una grande impresa di ricomposizione e di ricostruzione del tessuto nazionale lacerato e diviso. Dobbiamo, prima ancora, tornare alla stima, al rispetto, all'amore reciproco, soprattutto quando tra noi non la pensiamo nello stesso modo. Credo che proprio la ricostruzione di corretti rapporti umani nel MSI possa costituire il presupposto migliore per tornare, tutti insieme a fare politica. Beppe Niccolai |