L'ADDIO
"Proposta", Anno IV, n° 6, novembre - dicembre 1989 ... le cose non vanno bene e oggi è morto Niccolai Caro Adolfo, è difficile parlare, le cose non vanno bene e oggi è morto Niccolai Posso dirti che sono le due di notte, aspetto ancora di telefonare e non riesco neppure a leggere. Niccolai per me era come Mussolini, anzi era la trasfigurazione mistica di Mussolini, era il fascismo, era una nobile bestemmia, era un fratello grande come un padre, era quello che aveva creduto e ci aveva dato la forza di credere, era un macigno, era una voce. Cosa posso dirti: io non riesco a darmi una ragione; ecco, le cose vanno male e oggi è morto Niccolai. Infatti, io non cerco il suo messaggio, sento solo il vuoto che ha lasciato, e vedo le stronzate, le cose inutili e volgari: anche le sconfitte elettorali. Bisogna comunque essere soli dentro il collo di una notte per sentire la grandezza di un uomo: benedetta la scuola nostra di vecchie parole e di speranze, benedetta se ci fa sentire male, se ci regata il dolore, se ci trascina come pulcini azzoppati lungo sentieri di fango. Nessun messaggio, solo una voce: «Noi, o italiani, noi non siamo migliori degli altri; no, o italiani, noi siamo i peggiori». Figuriamoci detto da lui che era il migliore. Figuriamoci ora che non ci sarà nessuno a ricordarcelo. A ricordarcelo quando siamo padri, quando siamo figli, quando siamo maestri, quando siamo allievi, quando siamo forti o quando siamo allo stremo. Nessun messaggio, solo un macigno da scolpire dentro la nostra memoria e dentro l'amore che predichiamo. Nessun messaggio, solo un fratello grande come un padre. Eppure, caro Adolfo, fino a ieri si poteva anche piangere. Tuo Dragonera |