L'ADDIO
Solitario, di stampo antico Alfredo Cresci La scomparsa dell'on. Giuseppe Niccolai mi ha sorpreso e commosso. Avrei voluto conoscerlo di persona; anzi, l'avrei conosciuto senz'altro, ma non ne ho avuto il tempo. I nostri rapporti, non di vecchia data, erano indiretti, attraverso i reciproci scritti. Lui gentilmente mi faceva giungere "L'Eco della Versilia", ed io mi premuravo di fargli leggere i miei articoli. Non saprei dire se e fino a che punto le nostre vie erano divergenti. Ci legavano l'onestà politica, il disgusto verso la connivenza partitocratica del regime borghese, la volontà dell'azione, il perseguimento del bene della collettività. Costretto a vivere in un'Italietta in cui la classe politica, rinunciataria, ignora il significato dell'azione, degli ideali per cui, se necessario, bisogna anche saper morire; in cui la «finzione» della lotta maschera interessi privati, personali e di casta-classe; in cui tutti i partiti, tutti indistintamente, pur nell'apparente diversità, si sono inequivocabilmente qualificati come tanti «comitati della borghesia», a servizio delle cricche economiche e pseudo-religiose; dove persino Occhetto vola in USA, non certo per tutelare gli interessi del proletariato; in cui la «democrazia totalitaria» dispiega tutta la sua grinta ipocrita, subdola, oppressiva e repressiva; l'on. Niccolai ci è apparso un solitario, di stampo antico, che si diversificava nel contesto del suo partito per la lucidità delle idee, la linearità e consequenzialità del pensiero, la sincerità degli intenti. Egli vedeva dove gli altri di proposito non intendevano né intendono vedere, venendo meno a quelli che dovrebbero essere i presupposti dell'azione politica. L'inerzia, la paralisi di mezzo secolo del suo partito lo costernavano e lo costringevano a porre il dito nelle piaghe purulente del conformismo, dell'uniformismo, dell'appiattimento di ogni valore. Dell'opportunismo dei politici che di proposito hanno equivocato sul passato e negato i più sani princìpi ai quali, contro ogni compromesso, avrebbero dovuto informare la lotta politica. La quale non può essere che lotta aperta, manifesta, «antiborghese», «anticapitalista», di indiscutibile apertura sociale, innovatrice e rivoluzionaria. Alfredo Cresci |